Ben cinque località e sei luoghi diversi hanno preso parte alle manifestazioni per la ricorrenza di Chanukkah o Festa delle Luci che si svolge ogni anno dal 25 del mese di Kislev al 2 o 3 del mese di Tevet, a seconda della durata del mese precedente, seguendo il calendario ebraico, mentre secondo il calendario gregoriano la ricorrenza quest’anno è caduta dal 3 al 10 del mese di dicembre. In Calabria, la celebrazione della Festa delle Luci si è svolta a Cetraro, a Reggio Calabria, a Soriano Calabro, e, come sempre, presso l’ex Campo di Internamento di Ferramonti di Tarsia e nella città di Cosenza. In questo 2018, la celebrazione dei festeggiamenti è stata molto partecipata, grazie al coinvolgimento degli alunni di quattro Istituti Scolastici di Istruzione Superiore ed ha permesso ad una popolazione molto giovane di venire informata su un avvenimento che oltre ad avere un fondamento biblico, ha un grande valore storico, sociale e culturale perché rappresenta la vittoria di un piccolo numero di persone su una moltitudine che lo vuole sovrastare, serve da incoraggiamento a tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore il bene comune e vuole essere una festa di pace per tutte le genti.
Accensione della Chanukkiah - Cosenza 2018 © Foto Jewish Calabria - Cultura e Retaggio Ebraico |
Si accende la Chanukkiah, il candelabro ad otto bracci con un lume posto al centro detto Shamash,“servitore”, utilizzato per accendere gli altri lumi, per ricordare il miracolo avvenuto nel 165 a.C, in occasione della vittoria dei Maccabei contro le armate di Antioco IV Epifane di Siria. Il crudele monarca aveva conquistato tutto il territorio della Giudea ed aveva condotto una violenta persecuzione contro la religione ebraica arrivando a profanarne la parte più sacra, il Tempio di Gerusalemme, con l’introduzione della statua di Zeus e l’adorazione agli dei pagani, secondo i riti della cultura ellenistica. Giuda il Maccabeo non si piegò all’imposizione del culto pagano, mantenne fede nell’unico Dio della Torah, si unì ad un piccolo numero di persone e capeggiò una rivolta riuscendo ad avere la meglio sui Siri che vennero sconfitti e scacciati definitivamente dal territorio di Giuda. Ottenuta la liberazione dagli invasori, bisognava provvedere alla riconsacrazione del Tempio, infatti Chanukkah significa proprio consacrazione, dedicazione; si cercò dell’olio consacrato per accendere la Menorah, il candelabro a sette bracci che vi ardeva in modo perenne. Frugando dappertutto si trovò unicamente una piccola ampolla di olio puro recante la certificazione del sacerdote. Venne acceso il candelabro e l’olio, sufficiente per un solo giorno, durò per otto giorni consecutivi, il tempo necessario per approvvigionarne del nuovo.
Per ricordare questo avvenimento straordinario viene acceso ogni anno il candelabro a otto bracci in ognuna delle otto sere di Chanukkah. S’inizia quindi la sera del 24 del mese di Kislev accendendo il primo lume che continuerà a bruciare fin quando tutte le lampade verranno accese. Il primo lume è stato acceso la sera del 2 dicembre a Cetraro, dove si è svolto un importante convegno interreligioso ad 80 anni dalle Leggi Razziali avente come tema un aforisma di Primo Levi: “È successo ma può succedere ancora”. Dopo oltre 500 anni dalla cacciata degli ebrei, è stato riacceso il candelabro con una splendida cerimonia officiata da Rav Umberto Piperno, alla presenza di Roque Pugliese, infaticabile referente calabrese per la Comunità Ebraica di Napoli, a cui vanno le congratulazioni per tutte le iniziative messe in cantiere per la riscoperta delle radici e la valorizzazione della cultura ebraica.
Lucerna Ebraica realizzata dai mastri ceramisti di Seminara per la ricorrenza. Foto © di Roque Pugliese |
Degustazione a Reggio Calabria: - “dolcetti di Nonna Henriette” (specialità mediorientale);- “Sufganiot”;- “frolla delicata dolce neve”;- “delizia all'oro verde dello Jonio “bocconi di mele fritte con e senza pastella”Foto © di Roque Pugliese
Gli studenti, grazie all’impegno profuso dalla dirigente scolastica e dal responsabile del progetto, hanno dapprima approfondito il valore della cucina kasher e poi preparato i dolci tipici di questa festività coniugando le antiche ricette con i nostri dolci locali, un esempio di buona scuola che guarda al territorio con un occhio al futuro riconoscendo il proprio passato in un processo di crescita complessivo. Grande enfasi è stato dato al tema del convegno “Le nostre radici ebraiche tra filosofia e storia” svoltosi presso il liceo Scientifico N. Machiavelli di Soriano Calabro, nella mattinata del 4 dicembre ed organizzato dalla dirigente scolastica Licia Bevilacqua grandemente convinta che “Le radici ebraiche sono un nostro substrato culturale di cui spesso non ci rendiamo conto”. Gli studenti del Liceo si sono impegnati ad approfondire Marcel Proust, “A la recherche du temps perdu”, e la “mela di Kant” coniugando letteratura e cibo con approfondimenti culturali ed hanno raggiunto interessanti percorsi formativi ludosofici. Nell’ex Campo di Internamento di Ferramonti di Tarsia, ora Museo Internazionale della Shoah, anche quest’anno si è svolta la cerimonia dell’accensione dei lumi alla presenza del sindaco Roberto Ameruso, delle Autorità Militari e Civili tra cui l’Onorevole Franco Sergio, molto sensibile alle tematiche attinenti la cultura ebraica. Tra le splendide fontane di via Arabia, a Cosenza si è concluso il 4 dicembre, il ciclo dei festeggiamenti per la Festa delle Luci. Questa città è, tra le località calabresi, quella più attenta al dialogo tra le fedi e vanta un’apertura mentale ed una disponibilità che meritano apprezzamenti in quanto in tanti hanno raggiunto la consapevolezza che esiste un ebraismo sotterraneo che sta per venire fuori. Oggi è urgente far comprendere che la convivenza delle diverse culture non nasce dalla sopraffazione di un gruppo, di un’etnia, di una popolazione, ma dall’accettazione e dal rispetto dell’altro, dalla coesistenza pacifica di visioni diverse del mondo. Una società più giusta si costruisce con il dialogo e con il rispetto reciproco, oggi è necessario lottare fortemente contro gli stereotipi e contro i pregiudizi. Albert Einstein in un aforisma afferma: “È molto più facile rompere un atomo che un pregiudizio”. Ripartire dalla propria identità per indagare il passato e conoscere i fatti storici, per approfondire usi e costumi, per ricercare nel nostro DNA di calabresi quei geni che testimoniano di un passato glorioso, serve per riappropriarsi dei valori millenari della nostra cultura, mantenendo nel cuore la Parola che viene da Sion, da Gerusalemme, madre di tutte le religioni, come ponte verso un futuro di cooperazione. È urgente far partire dalla Calabria un messaggio di fiducia e di speranza che prenda il volo ed arrivi al mondo intero in un clima sempre più intenso di amicizia, di fratellanza nel rispetto dei valori e dei diritti umani.