“Dei
miei colleghi presenti uno solo, anzi non collega, superiore, il preside Oreste
Dito, di San Giovanni in Fiore, calabro-albanese che stava conducendo uno
studio sugli Ebrei nel Mezzodì d’Italia”. Queste parole tratte da I
miei conti con la scuola. Cronaca scolastica italiana del secolo XX di
Augusto Monti (piemontese di Monastero Bormida, Asti e docente nella nostra
città nel 1911/1912) presentano Oreste Dito - che con il
suo La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria
dal secolo V alla seconda metà del secolo XVI - segnò una tappa
fondamentale negli studi storici sull’ebraismo calabrese. Illuminando il nostro
passato. Perché raccontare vuol dire tramandare ai posteri quanto accaduto;
ordinare; dare un senso agli eventi: fare luce.
Parlerò di ebrei e non che con la parola
hanno acceso un lume. Come Benedetto Musolino, patriota
risorgimentale di Pizzo Calabro definito generoso figlio della
Calabria o illustre figlio della forte Calabria. Con il suo Gerusalemme
ed il popolo ebreo – ultimato a Genova il 10 maggio 1851, 45 anni
prima che Teodoro Herzl pubblicasse Lo stato ebraico – propose
la nascita dello stato d’Israele.
Israele visitato nel 1961 da Mario
La Cava: inviato al processo Eichmann del Corriere Mercantile,
quotidiano di Matera. In seguito, lo scrittore - nato a Bovalino sul mar Jonio:
là dove sorge il sole - scrisse Viaggio in Israele: uno
straordinario affresco del giovane stato. La Cava ama Haifa: le sue spiagge e
il suo mare gli ricordano la nostra Calabria.
E che dire dei manoscritti ebraici?
A Reggio Elasa Parnas copiò il commento medico di Averroè di un’opera di
Aristotele. A Cosenza Perez b. Shemuel copiò il commentò di David Qimmhi a
Ezechiele e ai profeti minori. Altri furono realizzati a Strongoli e Crotone.
Manoscritti oggi custoditi a Parigi, Oxford, Vaticano, Milano, Roma e che
gettano una luce sulla Calabria ebraica.
Dal mare Jonio arrivò nel 1935 il Sara
Primo. Navigando da Zante a Malta: si arenò sulla spiaggia di Bianco.
L’equipaggio era costituito da giovani marinai ebrei che si
addestravano all’arte della navigazione presso la scuola marittima di
Civitavecchia. Provenivano dalla Polonia e costituirono il primo nucleo della
marina d’Israele. La loro storia è narrata da Leone Carpi in Come e
dove rinacque la Marina d’Israele. Leggendolo, apprendiamo, inoltre, che un
gruppo di marinai guidato da Abram Blass Mejer, polacco di Lublino, raggiunse
in treno Reggio per acquistare viveri.
Primo Levi ne La Tregua racconta la storia di due calabresi: Vincenzo, un giovane pastore epilettico e Cantarella, un marinaio che faceva il fabbro febbraio. Così li descrive Levi: “Cantarella era un marinaio calabrese di altissima statura e di magrezza ascetica, taciturno e misantropo”; “Vincenzo era un ragazzo difficile: un pastore calabrese finito in Germania chissà come…. Era nomade nell’anima, inquieto”. Vincenzo soffriva di epilessia e appena avvertiva i sintomi che preannunciavano una crisi: si allontanava.
Ma a 80 anni dalle infami leggi razziali
un documento custodito dall’Archivio Segreto Vaticano riguarda la nostra città.
Una lettera – datata 2 Agosto 1938 - inviata al Papa: contiene una
missiva spedita a Mussolini con cui un gruppo di reggini si scaglia
contro il crescente clima antisemita. C’è un duro, durissimo attacco a
Mussolini e una profezia “Sarai abbandonato da tutti… Verrà il giorno non
lontano nel quale chiamerai e nessuno ti ascolterà” La lettera è firmata i veri
fascisti dell’Italia novella. Erano veramente un gruppo o forse fu un solo uomo
che si nascose dietro al gruppo? Chissà! Non lo sapremo mai.
Gustav Brenner, ebreo viennese. In fuga dal nazismo raggiunse
Milano, dove fu arrestato e poi internato a Ferramonti. Dopo la liberazione
rimase a Cosenza dando vita all’omonima casa editrice.
Angelo Fortunato Formiggini, ebreo di Modena, editore e scrittore: uso lo pseudonimo Formajin da Modna. Si suicidò - dopo la promulgazione delle Leggi Razziali - lanciandosi, il 29 Novembre 1938, dalla Ghirlandina, la torre del Duomo di Modena.
Infine, per ultimo ma non ultimo, il
giornalista Vincenzo Morello - nato a Bagnara Calabra e noto
come Rastignac - sostenne l’innocenza del capitano
Dreyfus.
Questi, cari, ragazzi, sono solo alcune storie che a una prima superficiale lettura potrebbero apparire come storie d’altri che non ci riguardano. In realtà sono la nostra storia: la storia d’Italia. I" - "TAL" - "YA" in ebraico: Isola della Rugiada Divina. Così come costituiscono storia i tanti ebrei dei quali ignoriamo i nomi che durante le varie - e purtroppo frequenti espulsioni – salvarono e custodirono i testi sacri: facendoli giungere sino a noi. Proseguendo la millenaria e ininterrotta tradizione ebraica: non spegnendo la sua luce. Talvolta – anzi quasi sempre – mi chiedono perché mi occupo di ebraismo: non lo so. All’inizio sono stato attratto dall’umorismo ebraico. Posso soltanto citare un aspetto, tra i tanti dell’ebraismo, che mi hanno colpito. L’attenzione e la cura riservate allo studio e alla conoscenza. Lo cito volentieri proprio perché siamo in una scuola. Gli ebrei non hanno mai conosciuto l’analfabetismo. Ma forse, la risposta al mio amore per l’ebraismo è un’altra: chiara, semplice, immediata ed è contenuta nei versi di Hannah Szenes
La Voce chiamò e Io andai
Andai perchè la voce chiamò
INTERVENTO:
TONINO NOCERA
© Nocera & Jewish Calabria