15 settembre 2023
18 agosto 2023
Rosh Hashanah 2024
Inizia il tramonto di venerdì 15 settembre 2023
Termina il tramonto di domenica 17 settembre 2023
Nessun lavoro è consentito.
Rosh Hashanah, è prima delle grandi festività al termine del mese di Elul, è il capodanno ebraico. È l'anniversario che ricorda la creazione di Adamo ed Eva, il giorno del giudizio e dell'incoronazione di D-o come re.
- Il mese di
Elul – inizia 18 agosto, termina 15
settembre 2023:
- Digiuno di Ghedalia - 18 settembre 2023:
20 settembre 2022
Rosh HaShanah, il Giorno del Giudizio è il Capodanno del popolo ebraico.
Cade l'1 e il 2 Tishri e secondo la tradizione sarebbe l'anniversario della creazione del mondo. Il primo giorno, quando è menzionato nel Levitico (23,23 - 25) e dal libro dei Numeri (29,1 - 6), è definito rispettivamente come "Giorno del Suono" e "Ricordo del Suono". In esso, infatti, riecheggia la voce dello Shofar, il corno d'ariete che chiama a raccolta il popolo d'Israele e che inaugura il ciclo di 10 giorni che vanno da Rosh Hashanah a Yom Kippur, comunemente chiamati i "Giorni Terribili". I Maestri narrano che in questo giorno l'Altissimo passa in rassegna tutti gli uomini, tenendo aperti tre libri:
1) quello della vita;
2) quello della morte;
3) quello dei giudizi sospesi.
Coloro che non risultassero completamente
malvagi o giusti, hanno 10 giorni per rimediare al male fatto. Quindi, al
decimo giorno, cioè a Yom Kippur, il loro nome verrà scritto
nel primo libro o nel secondo fino all'anno successivo. A questo è legata
anche l'usanza di farsi gli auguri di Capodanno con la formula: "Possa
tu essere inscritto nel libro della vita" , mentre si offrono
fette di mele intinte nel miele o altre dolcezze come buon auspicio per gioie
nell'anno nuovo.
Quest'anno 2022 Rosh HaShanah sarà dal 25 al 27 settembre; la sera del venticinque, che coincide con il 1° del mese di Tishrì è vigilia e si festeggerà l'ingresso nell'anno ebraico 5783. La vigilia si è soliti visitare i cimiteri, lavarsi e radersi; si recitano le preghiere di supplica la mattina presto; dopo, si recita l'annullamento dei voti e delle promesse non mantenute. Donne e ragazze accendono le candele prima del tramonto e recitano due benedizioni.
Quest'anno 2022 Rosh HaShanah sarà dal 25 al 27 settembre; la sera del venticinque, che coincide con il 1° del mese di Tishrì è vigilia e si festeggerà l'ingresso nell'anno ebraico 5783. La vigilia si è soliti visitare i cimiteri, lavarsi e radersi; si recitano le preghiere di supplica la mattina presto; dopo, si recita l'annullamento dei voti e delle promesse non mantenute. Donne e ragazze accendono le candele prima del tramonto e recitano due benedizioni.
Se si accende dopo il tramonto, è necessario farlo da una fiamma accesa prima dell'inizio della festa. Dopo le preghiere serali si recita una preghiera su un bicchiere di vino o di succo d'uva, per santificare la festa.
Si lavano le mani e si recita la benedizione su due pani interi (Challòt). Molti usano preparare Challòt rotonde, che simboleggiano il ciclo della vita.
Dopo aver recitato la benedizione, s'intinge la Challah con un pezzo di mela dolce nel miele, pronunciando una benedizione e dicendo, prima di mangiare: Possa la Tua volontà rinnovarci un anno buono e felice (Shanà Tovà).
I piatti serviti nella veglia di Rosh
HaShanah sono dolci o di buono augurio come i Fichi o la Melagrana.
La
presenza della Melagrana sta per i meriti di ciascuno, affinché gli stessi
si moltiplichino come i semi di questo frutto o le fave, in modo tale che non
ci siano contrasti con i nemici. Per tradizione è anche usuale mangiare
la testa di un pesce o di un altro animale, poiché chi se ne ciba, nell'anno a
venire, è una "testa" e non una "coda". È bandito dalla tavola
ogni cibo piccante o acido.
Il Sedar di Rosh HaShanah è la
cena della prima sera; è usanza ebraica di arricchire la mensa con cibi e
pietanze particolari. Nel Machazor Vitry, compilato da Rav Simcha,
discepolo di Rashi, circa nel XIII secolo, si ricorda come: "Gli
abitanti di Francia usano mangiare di Rosh Hashanà mele rosse, mentre in
Provenza mangiano uva bianca, fichi bianchi, testa d’agnello ed ogni altra cosa
nuova e prelibata come buon segno per tutto il popolo di Israele". Il
Maharil di Rav Ya’akov Halevi, 1365 -1427, menziona l’uso presso le comunità
ashkenazite di mangiare, all'inizio del pasto, una mela intinta nel miele e di
dire: "Si rinnovi per noi un anno buono e dolce". Presso le
comunità del Nord Africa è l’uso di cuocere insieme, lasciandole intatte, tutte
le verdure; ciò viene chiamato kederat yerachot (pentola di
verdure).
Oggi, si usa far precedere la cena della
prima e della seconda sera di Rosh Hashanà da un seder, dove, dopo il kiddush festivo, il lavaggio delle mani e la
benedizione sul pane, recitando per ciascun alimento una formula
particolare si mangiano:
- Datteri: si richiama il nesso con la parola tamà, finire, in riferimento ai nostri nemici. Non manca poi l’allusione alla dolcezza del frutto.
- Fichi: considerata la dolcezza del frutto, in auspicio di un anno buono e dolce. Potrebbe essere inoltre un’allusione al popolo di Israele in base al versetto: "come fichi primaticci ho prediletto i vostri padri " - (Osea 92, 13).
- Zucca: la parola kerà, zucca, richiama la radice karà, strappare, in riferimento al giudizio cattivo che si allontani da noi.
- Finocchio: si richiama il nesso con la parola ravà, aumentare, moltiplicare, in riferimento ai nostri meriti.
- Porri: si richiama il nesso con la parola karath, distruggere, in riferimento a tutti coloro che ci odiano.
- Bietola: si richiama il neo con la parola salak, togliere, allontanare, sempre in riferimento ai nostri nemici.
- Fave: come le melagrane per i meriti di ognuno, affinché si moltiplichino
- Testa d’agnello: il riferimento è al versetto "il Signore ti porrà capo e non coda" - (Devarim 28, 13).
- Pesci: simboleggiano la prolificità, secondo la benedizione di Ya’akòv ai figli di Yoseff; "Prolificheranno come pesci" - (Bereshit 48, 16).
L’usanza
del seder di Rosh Hashanà, oltre ad essere di augurio e di buon auspicio in
generale, si presta ad altre interpretazioni. Il primo giorno ogni ebreo è
tenuto a fare un'analisi profonda del proprio operato, ad aprire il suo animo a
D.o e ad invocare la sua misericordia sui propri peccati. Questo momento
coincide con quello in cui ci si propone di percorrere la via dell'Altissimo
con maggiore convinzione, di rinnovarsi spiritualmente e moralmente. La grazia
divina del perdono sarà legata strettamente alla responsabilità morale
dell'individuo, che si troverà da solo davanti al giudizio dell'Altissimo, con
tutta la sua umana libertà. La grazia scende solo nell'animo di chi riesce
a tradurre la preghiera di questi giorni in azione aperta di riparazione verso
se stesso e verso il prossimo. Riparando i danni e alle offese arrecate,
chiedendo perdono e perdonando con sincerità ed umiltà, si può ottenere la
clemenza divina. In questi giorni di penitenza la Sinagoga si veste
di bianco, colore della purificazione ma anche dell'innocenza. Nel primo giorno di Rosh HaShana,
si fanno le letture del Sefér: Genesi 21,1-34; Numeri 29,1-6; Samuele I 1,1-2,10.
Sefér sono i rotoli su cui è trascritta la Torah, custoditi all’interno dell’Aron, un particolare armadio, all’interno delle
Sinagoghe, dove sono comunemente nascosti alla vista da un drappo
ornamentale, il Parochet. Durante la lettura dei rotoli si utilizza un
bastoncino in argento con all’estremità una piccola mano in avorio, per
tenere il punto poiché è vietato toccare i rotoli a mani nude.
Preghiera del mattino. Dopo la lettura della Torah si suona lo Shofàr: ciò
rappresenta l’incoronazione del Signore come Re del popolo di Israele.
È questo
il precetto del giorno: ogni ebreo/a deve ascoltare il suono dello Shofàr ed è
proibito parlare dall'inizio delle benedizioni dello Shofàr fino ai suoni
finali di chiusura.
SHOFÀR
שׁוֹפָר
SHOFÀR שׁוֹפָר! Corno di ovino o caprino che verrà suonato dal CAPO MESE רֹאשׁ חֹדֶשׁ (Rosh Chodèsh) di Elùl con solennità in tutti i templi e richiamerà a una maggiore presa di coscienza di sé. ש פ ר introduce il tema del MIGLIORARE, CORREGGERE, ABBELLIRE, PRODURRE MIGLIORIE. Ricordiamo il nome delle levatrici ebree in Egitto:…
Di HORA ABOAV 18 Settembre 2020
https://www.horaboav.net/2020/09/18/shofar-%d7%a9%d7%81%d7%95%d6%b9%d7%a4%d6%b8%d7%a8/
<<Nel giorno di Rosh Hashanà fu creato l’uomo culmine dell’atto
Divino: in quel momento D.o fu incoronato Re dell’universo. La Torah è
stata accettata alle pendici del monte e in quella circostanza si udì il suono
dello Shofàr. Ogni anno si rinnova la sottomissione alla Sua sovranità
simboleggiata dal suo suono. Ogni anno si ricorda e si rinnova il legame di
sottomissione alle leggi di D.o e di accettazione incondizionata attraverso
alcuni passi profetici le cui parole sono paragonate per intensità al suo
suono. La sequenza dei suoni provoca nell’animo sentimenti di premonizione di
quanto si proverà di fronte al grande e terribile giorno del giudizio finale.
Lo Shofàr evoca l’ultimo grande raduno del popolo di Israele, che avverrà
accompagnato dal suo suono. Ascoltandolo durante Rosh Hashanà si anticipa il
carattere di quell’evento e si rafforza la fede nella venuta del Messia e nella
resurrezione dei morti>>.
Per Rosh
Hashanà si usa uno Shofàr di ariete, in ricordo del sacrificio di Isacco,
incurvato per simboleggiare il cuore piegato di fronte a D.o. È bene che non
abbia fessure o scheggiature. I kohanìm (sacerdoti) benedicono i presenti con la benedizione sacerdotale durante la
preghiera di chiusura. Si mangia un pranzo festivo e s’intinge la challah nel miele. Nel pomeriggio, dopo le letture, ci si reca in riva ad un fiume o ad un
lago, presso una sorgente o in riva all'oceano e si recita il tashlìch. Con la preghiera di tashlìch, si gettano via simbolicamente i propri
peccati e ci si purifica da essi. L'acqua è il simbolo della Misericordia
Divina che fluisce dall'alto verso il basso. L'occhio aperto del pesce ricorda
un altro Occhio sempre aperto. Al termine di questo rituale, che ha un'origine
mistica, gli uomini scuotono i bordi dello scialle (Tallit). Donne e ragazze accendono le candele e recitano due benedizioni.
Se si accende dopo il tramonto, è necessario farlo da una fiamma che è stata
accesa prima dell'inizio della festa. Sul tavolo è presente il frutto nuovo che
si mangerà dopo, mentre si recita la preghiera di augurio durante la quale è
necessario riflettere sul nuovo frutto. Ciò concerne anche la recitazione del
kiddùsh, preghiera che è recitata dal Rabbino, dal capo famiglia o da chi
richiesto e trae origine dal racconto biblico della Creazione in cui si
narra che D.o il settimo giorno si riposò e santificò il settimo giorno
come giorno del riposo (Shabbat). Il termine Shabbat (da cui deriva la
parola italiana Sabato) significa, infatti, cessazione o riposo.
Il kiddùsh dello Shabbat significa quindi santificazione del riposo, momento in cui si dovrà avere la medesima intenzione. Si recita il kiddùsh e si mangia una delle primizie di
stagione su cui poter recitare la benedizione. S’intinge la challah nel miele.
Nel pomeriggio di Rosh HaShanah, è il momento del Tashlikh (in ebraico: תשליך, che vuol dire "gettar via, buttare"), una pratica antica che può essere osservata fino alla grande supplica; fino a HoShanah Rabbah. Durante il Tashlikh, vengono simbolicamente gettati via i peccati dell'anno precedente recitando da Michea la sezione che allude alla liberazione con il getto dei peccati in un grande corpo naturale di acqua corrente (fiume, lago, mare o oceano) lanciando quindi un sasso o una pietra nell'acqua stessa.
L’origine di quest’usanza può essere ricondotta al
primo riferimento diretto secondo Rav Yaakov ben Moshe Levi Moelin (C. 1365 –
1427) in Sefer Maharil, dove spiega il minhag (usanza) quale commemorazione
della Legatura di Isacco. Infatti, racconta un midrash rabbinico sulla
legatura, quando il maligno gettandosi attraverso il sentiero di Abramo in
forma di torrente profondo, cercò di impedire il sacrificio di Isacco sul Monte
Moriah ma i due, padre e figlio, si gettarono nel fiume quasi fino al collo,
pregando l’Altissimo di assisterli, al che il fiume scomparve. Al tempo di
Moelin il Tashlikh era praticato anche di Shabbat, solo in seguito fu rimandato
il giorno seguente in caso di coincidenza. Nello Zohar, uno dei libri
importanti del misticismo ebraico, c’è scritto che; …” (Zohar, Vayikra 101
a,b).
Oggi, questa pratica accettata da alcuni movimenti ebraica e da altri no,
è praticata dagli ebrei Sefarditi.
Il secondo giorno si
leggono del Sefer: Genesi 22,1-24; Numeri 29,1-6; Geremia 31,1-20. Dopo la lettura del
Sefer si suona lo Shofàr, con lo stesso significato del primo giorno ed è la
stessa benedizione con la medesima importanza del primo giorno. È questa la
preghiera del giorno: ogni ebreo/a deve ascoltare il suono dello Shofàr, è
proibito parlare dall'inizio delle benedizioni dello Shofar fino ai suoni
finali. I kohanìm, sacerdoti, benedicono i presenti con la benedizione
sacerdotale durante la preghiera di chiusura.
Si consuma un pranzo
festivo e s’intinge la challah nel miele. Diciotto
minuti prima del tramonto donne e ragazze accendono le candele di Shabbat,
usando una fiamma accesa prima dell’inizio della festa.
Durante il Digiuno di Ghedalià, si leggono del Sofèr Esodo 32,11-14;
34,1-10; Isaia 55,6-56,8. Il digiuno inizia
all’alba e termina all’apparizione in cielo delle tre stelle. Ricorda
l’uccisione di Ghedalià, l’ultimo governatore di Israele. In questo giorno
digiunano uomini e donne dall’età di bar/bat mitzvà (età in
cui un bambino ebreo raggiunge la maturità, 13 anni e un giorno per i maschi,
12 anni e un giorno per le femmine e diventa responsabile per sé stesso, in
particolare:- Donne in gravidanza o che allattano non devono
digiunare, chi non si sente bene dovrebbe consultarsi con un rabbino.
- Durante la preghiera del mattino si recitano le
preghiere di penitenza.
- Si legge il Sefèr sia nelle preghiere del mattino sia
in quelle del pomeriggio.
Dopo la lettura del pomeriggio si legge anche la
lettura dei giorni di digiuno.
Durante la preghiera
rituale chi digiuna aggiunge alla benedizione tradizionale una breve preghiera
intitolata Anenu,
§§§§§§§§§
E IN CUCINA
|
RICETTE DI ROSH HASHANAH ADEI WIZO ROMA di Giovanna Ben Amozegh per sfogliarlo clicca sull'immagine di copertina sopra |
In Calabria, parte più estrema dell'Italia Meridionale, nella dieta locale ancora oggi non mancano mai le fave. Le Fave, sempre presenti in abbondanza, nei territori calabresi, arricchiscono le tavole con le Melagrane ed i Fichi in determinati periodi dell'anno e in occasioni di tavole imbandite per riunire le famiglie durante alcune festività. Pertanto è molto singolare ed identificativo, che Fave siano proposte in una ricetta tipica della cucina ebraica come da sempre si cucinano nel periodo di Pasqua.
Di seguito una ricetta culinaria Calabrese ma anche preparata da ebrei in occasione di Rosh Ha-hanah: le fave dolci.
FAVE DOLCI
Piatto di Fave dolci |
INGREDIENTI
2 bicchieri colmi di fave secche,
4 cucchiai di miele,
2 cucchiai di zucchero,
4 cucchiai di olio d'oliva,
sale quanto basta.
PREPARAZIONE
Prendere le fave secche e farle rinvenire per una notte intera mettendole a bagno in acqua. Il giorno seguente si cuocerle, coperte d'acqua. A cottura quasi ultimata e ad acqua ristretta, aggiungere l'olio con gli altri ingredienti e completare la cottura a fuoco lento fino a che le fave avranno incorporato tutto il liquido.
____________________________
FONTI:
RICCARDO DI SEGNI, Il sèder di Rosh Hashanà - Un ricordo per il futuro, Morashà, Milano 2004
AITA CALUDIO, Viaggio Illustrato nella Cucina Ebraica, Nardini editore, Firenze 2018
BEN AMOZEGH GIOVANNA, La cucina di rosh HaShanah, Adei Wizo, Roma 2018
FONTI ICONOGRAFICHE:
Cartolina di auguri Rosh HaShanah - progettazione grafica e Copyright V. Triolo
Fotografia istallazione A. Triolo presso Leucopetra mar Ionio - Copyright V. Triolo
Copertina ricettario per Rosh HaShanah, Copyright ADEI WIZON
______________________________________
Vincenza Triolo
Esperta in Storia e Conservazione di B. C.
Studiosa e Ricercatrice
Conservatore dei Beni Arch. ed Ambientali
Tecnico del Rest. ed Architetto