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LOCANDINA |
Giovedì 27 Febbraio
2020, nella sala “Garcilaso de La Vega” situata all’ultimo piano del Castello Aragonese
della Città Metropolitana, si è svolto un importante convegno dal tema: Reggio
Calabria ed il Commentario al Pentateuco di Rashi”; contemporaneamente, al
piano terra, è stata allestita la mostra permanente “Una speciale tipografia
reggina”. I lavori sono stati
moderati dalla giornalista Anna Foti, appassionata di Cultura Ebraica, alla
presenza di un folto numero di persone, richiamate dallo spessore culturale dell’evento.
La giornalista, nella sua introduzione, ha considerato l’evento un importante
segno di apprezzamento e di pace con un popolo presente sul territorio da molti
secoli, che ha abitato nell’antico quartiere ebraico, la Giudecca, e si è
distinto per il contributo dato alla prosperità dei luoghi grazie alle arti, ai
mestieri e alla professione medica, prima della loro dipartita forzata avvenuta
con l’editto di Napoli del 1510. Appena venticinque
anni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili ad opera del tedesco
Johannes Gutenberg, gli ebrei reggini, a motivo della fervida attività
esistente in quei luoghi, riuscirono a trasferire nella città un’attività di
stampa.
L’editore tipografo
Abraham ben Garton, nel mese di febbraio del 1475, poté stampare il “Commentarius
al Pentatheucum” scritto da Rabbi Shlomo Yitzaqi, rabbino francese, meglio
conosciuto con l’acronimo Rashii, רש"י, uno dei più famosi commentatori della Torah, libro
sacro degli Ebrei che comprende i primi cinque libri della Bibbia dei
Cristiani. Dei trecento esemplari allora stampati si ha contezza di uno solo,
conservato in Italia, presso la Biblioteca Palatina di Parma, volume composto
da 116 fogli, con caratteri rabbinici di forma occidentale.
Il Commentario di
Rashi (Troyes, 22 febbraio 1040 – Troyes, 3 luglio 1105) ha il grande pregio di
essere il fulcro dello studio ebraico contemporaneo e serve come base per lo
studio dei tantissimi super commentari scritti successivamente da grandi nomi
della letteratura rabbinica.
Esistono due copie
anastatiche del Commentario, una conservata a Gerusalemme e l’altra conservata
finora nella Biblioteca “P. De Nava”, a Reggio Calabria, mentre rimane viva la
speranza di riuscire a recuperare il volume conservato a Parma per il suo
giusto posizionamento nella città dove è stato stampato e da cui è partito.
Il convegno,
patrocinato dal Comune di Reggio Calabria, dalla Regione Calabria,
dall’U.C.E.I. e dalla Comunità Ebraica di Napoli è stato realizzato grazie ai
fondi F.U.C. per volontà dell’assessore alla Valorizzazione del Patrimonio
Culturale, Irene Calabrò, e concretizzato in meno di due mesi grazie alla
fattiva collaborazione del Direttore Generale, Giuseppe Putortì.
Quest’ultimo, nel ricordare
le antichissime radici ebraiche della città che, si narra, fu fondata da
Aschenez, pronipote di Noè, ha evidenziato la volontà di puntare sul recupero
di quel pezzo di storia legato alla tipografia reggina per il successivo grande
valore assunto dalla stampa del Commentario con l’intento di far crescere
queste radici, condividendo il patrimonio culturale come uno scrigno aperto a
tutti.
Ha portato i saluti
per le Comunità Ebraiche, Ivana Pezzoli, in rappresentanza del marito Roque
Pugliese, referente per la Calabria, ed ha ringraziato il Sindaco e
l’Amministrazione Comunale per la scelta di portare l’attenzione collettiva sull’opera
di Rashi, il quale ha saputo cristallizzare il proprio pensiero in un testo
fruibile a tutti.
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Intervento della Dott.ssa Ivana Pezzoli |
Nel ricordare che il
convegno ricade, secondo il calendario ebraico, il 7 del mese di Adar del 5780,
data in cui ricorre l’anniversario della nascita di Mosè, ha affermato che il
mese di Adar è un tempo di gioia per la celebrazione della festività di Purìm
che ricorda la regina Ester, una delle donne più importanti della Bibbia in
quanto riuscì a salvare il suo popolo dalla strage organizzata da Amman,
intenzionato a far sterminare tutti gli Ebrei che si trovavano in Susa e nelle
province di Persia e di Media, sotto la guida del re Assuero.
La sovrintendente
Archivistica della Calabria, Ada Arillotta, ha puntualizzato che l’Archivio
Storico del Comune e la Biblioteca non solo conservano e tutelano ma sono anche
deputati a valorizzare il grande patrimonio che custodiscono ed ha ricordato
che la copia anastatica venne preparata nell’anno 2006, grazie all’iniziativa
di uno studioso e alla sensibilità del sindaco pro tempore.
Ha portato i saluti
dell’Amministrazione il sindaco Giuseppe Falcomatà, ha ringraziato, in modo
particolare, l’assessore Calabrò, il dirigente Putortì e quanti hanno profuso
il loro impegno nella realizzazione del progetto culturale, impegnandosi nel
recupero di parti e pezzi di storia della città meno conosciuti, continuando un
percorso di apprezzamento iniziato da diverso tempo teso ad irrobustire e
consolidare l’antica amicizia con il popolo ebraico. “Ciò che è successo può
ripresentarsi - ha ammonito - serve un percorso culturale di conoscenza, un
percorso educativo, serve che la mostra sia aperta, sia fruibile e frequentata
soprattutto dai più giovani affinché comprendano cosa siamo stati, ciò che
dobbiamo essere e cosa dobbiamo impedire”.
Ospite d’onore Debora Penchassi, responsabile culturale della Sinagoga di Lincoln Square che si trova a New York, invitata per l’occasione a portare il proprio contributo, si è soffermata sul lavoro fatto da Abraham ben Garton che ha stigmatizzato un nuovo tipo di scrittura per le pagine della Bibbia, ed ha permesso che giungesse a tutta la diaspora ebraica un gioiello di altissimo valore; lo si commemora dopo 550 anni, con una giornata storica, nel ricordo di questo unico libro salvato dal rogo. “L’ultimo capitolo della storia degli Ebrei Calabresi non è ancora stato scritto – ha dichiarato con un messaggio di speranza l’illustre ospite americana – vi porgo i più sentiti ringraziamenti per aver ricordato che la comunità ebraica ha portato un notevole contributo alla cultura italiana. Poiché la storia non è stata dimenticata io sento fratellanza ed amicizia con il popolo calabrese, parafrasando una frase di Jhon F. Kennedy quando a Berlino Ovest, il 26 giugno del 1963, concluse il suo discorso davanti una folla immensa “Ich bin ein Berliner”, io sono berlinese, la dottoressa Pinchassi ha affermato: - Io sono Calabrese!
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Autorità presenti con la copia anastatica del commentario di Rashi da sx a dx Ada Arillotta, Antonio Azzarà, Daniela Neri, Irene Calabrò, Debora Penchassi, Roque Pugliese e Ivana Pezzoli |
Daniele Castrizio,
docente di Numismatica presso l’università di Messina, ha ricordato che Reggio
Calabria, Vibo Valentia e Bova erano i maggiori centri con una considerevole
presenza ebraica, centri di scambi internazionali. Ha rammentato l’eccellente
produzione di seta ed il vino dolce bianco che già allora portava il sigillo
kasher posto dai rabbini e che oggi possiamo ritrovare nel passito di Bianco, tesi
confermata dopo il ritrovamento degli stessi palmenti in Israele e in Siria.
Ha concluso la
serata l’intervento dello storico Francesco Arillotta, membro della Deputazione
di Storia Patria con il racconto di come sia stato possibile procedere alla
copia anastatica o, meglio fotografica, del Commentario al Pentateuco, il più
antico libro con data certa.
Quante cose ancora
dovremmo sapere della nostra storia, quanto serve oggi la cultura per
pacificare le menti ed i cuori, quanto ancora bisognerà lottare perché si
capisca che c’è, esiste una sola razza umana e che l’impegno di ogni individuo
deve essere quello di migliorare l’esistente, per una maggiore qualità della
vita, per star bene con sé stessi e con i propri simili.
Gli Ebrei hanno vissuto in pace e sono stati cacciati dai nostri territori senza motivo, a noi di farli ritornare…
ALCUNE FOTO DELLA MOSTRA
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Pedalina n.1: macchina per la stampa con i caratteri mobili |
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Pedalina n. 2: macchina per la stampa con i caratteri mobili |
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Torchio tipografico: macchina per la stampa con i caratteri mobili |
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TESTO ED IMMAGINI © SORRENTI
JEWISH CALABRIA - CULTURA E RETAGGIO EBRAICO
ARTICOLO GIÀ PUBBLICATO SUL CORRIERE DELLA PIANA