domenica 11 aprile 2021

La Guerra dei 6 Giorni non terminò con mio padre


Autore: Alan Davìd Baumann
Editore: Città del Sole
Collana: I  TEMPI DELLA STORIA/28
Anno edizione: 2021
Pagine: 248 p.,
ISBN 97-888-8238-227-8

PREFAZIONE DI LIA LEVI 

“La Guerra dei 6 Giorni non terminò con mio padre” è una raccolta di emozioni trasmesse da articoli, lettere personali e ricordi che Alberto Baumann ha tentato di condividere non soltanto in famiglia, ma anche con i suoi amici e lettori. Fra il 1967 ed il 1969 aveva visto quel che molti non hanno voluto scorgere neanche dopo 53 anni. Solo da poco l’antisemitismo, l’antiisraelianismo e l’antiebraismo sono stati riconosciuti come aventi la stessa radice razzista: 3 facce della stessa medaglia. Politica, ignoranza, opportunismo e tante altre cose potrebbero però cambiare, se ci si volesse rendere conto che una cosa sola rimane quella che è: la storia.


PAGINA SUL SITO DELLA CASA EDITRICE : 


Alan Davìd Baumann è nato a Roma il 15 maggio 1964. Ha fondato nel 2005 e dirige tuttora la testata giornalistica on-line “L’ideale” (https://www.lideale.info). Nel 2015 ha creato “ABEF – archivio baumann e fischer” e nel 2020 è nata la Fondazione Eva Fischer. Dichiara di Vendere Fantasia: una figura professionale che ne incorpora tante altre. 30 anni di esperienza che hanno forgiato questo job, attraverso la raccolta di idee, emozioni, colori. Relazioni e connessioni tra grafica, giochi di parole, marketing, contatti, informatica, editoria, mostre d’arte, convegni, giornalismo, creazioni di logo, concetti, ecc. . Unire pensieri ad azioni, far diventare fatti le parole. Rendere realtà la fantasia, significa portare avanti le proprie idee rendendole di facile impatto ed utilità, come lo scrivere per chi non sa (fra le prime nozioni del giornalismo), senza offuscarne il gusto, la qualità, l’obbiettivo di spartire le proprie idee. “Vendere Fantasia”, perché solo grazie ad essa si può attivare una condivisione positiva e tramutare un’esistenza passiva. Vendere immaginazione condita con creatività. (http://www.abef.it – info@abef.it) 

Lia Levi scrittrice e giornalista italiana; nasce a Pisa da una famiglia piemontese di religione ebraica. Al principio degli anni Quaranta del Novecento la famiglia si trasferisce a Roma, dove la scrittrice vive tuttora. Da bambina ha dovuto affrontare i problemi della guerra e della persecuzione razziale. Dopo l'8 settembre 1943 riuscì a salvarsi dalle deportazioni nascondendosi con le sue sorelle nel collegio romano delle Suore di San Giuseppe di Chambéry.
Sceneggiatrice e giornalista, è autrice sia di romanzi per adulti che per ragazzi. Nel 1967 ha fondato e diretto il mensile di cultura ed informazione ebraica, Shalom.
Nel 1994 pubblica il libro "Una bambina e basta" (premio Elsa Morante opera prima), senza volersi indirizzare a un pubblico di ragazzi, ma poi diventato un classico nelle scuole. L'opera racconta la sua storia, quella di una bambina ebrea che durante le persecuzioni razziali si trova improvvisamente ad affrontare problemi più grandi di lei, molto spesso ingigantiti e resi ancora più difficili dagli adulti. Non a caso nella prefazione del libro recita: «Non mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti e magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono a mezza altezza… ora saprai tutto anche tu, ci penseranno loro a impacchettarti la notizia come una merendina». È uno dei primissimi racconti autobiografici ad affrontare il problema dell'impatto traumatico che le persecuzioni ebbero sui bambini ebrei in Italia, anche tra coloro che non furono deportati nei campi di sterminio, costretti a lasciare le loro case e a vivere nascosti nella paura, spesso separati dai propri genitori.