Oggi 24 aprile 2021, vigilia del 76° anniversario della liberazione dell’Italia dall'oppressione nazifascista, ho ricevuto dall’Ing. Gianfranco De Pas torinese, mio compagno di studi in Ingegneria civile al Politecnico di Torino, uno suo scritto sintetico sulle vicende perigliose vissute da lui, bambino di pochi anni, e dalla sua famiglia di israeliti livornesi/torinesi nel drammatico periodo 1943-1945.
Io, Vincenzo Davoli, nel mio articolo del luglio 2019 a ricordo del centenario della nascita di Primo Levi (recentemente pubblicato da Jewish Calabria - Cultura e Retaggio Ebraico) avevo incluso anche il nome di Gianfranco De Pas, non solo perché siamo stati compagni di studi, ma anche colleghi professori (entrambi abbiamo insegnato Topografia negli istituti per Geometri) e talvolta abbiamo collaborato per qualche opera edilizia nel Pinerolese. Qui di seguito riporto integralmente quanto mi ha trasmesso l’amico Gianfranco.
VINCENZO DAVOLI Testo © dell'ING. DAVOLI
VINCENZO DAVOLI
Testo © dell'ING. DAVOLI
Immagine storica da Quotidiano Piemontese |
TESTIMONIANZA DI GIANFRANCO DE PAS
“Caro Vincenzo, ti invio come richiesto un sunto delle vicende della nostra famiglia.
Sono nato a Livorno nel 1941.
Con i miei genitori, nell’estate del 1943 ci rifugiammo clandestinamente a Ceres nella Valle di Lanzo, per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei. Nell'autunno del 1943, dopo l’8 settembre ci spostammo in una camera di affitto a Voragno, nella vicina Val d’Ala da dove una notte dovemmo fuggire per la presenza di spie repubblichine. Dal dicembre 1943 al maggio del 1944 ci nascondemmo a Chialamberto nella frazione Trucco, da dove fummo cacciati dai padroni di casa per la paura di rappresaglie da parte dei nazifascisti.
Ancora nel maggio del 1944 le peregrinazioni proseguirono a Cantoira nella frazione Bergognesco presso la casa di un privato che dopo poco tempo, scoperta la nostra identità ebraica, ci costrinse ad andarcene subito.
Dal giugno del 1944 al 25 Aprile del 1945 fummo invece ospitati in Bergognesco da un’altra persona che fu determinante per la salvezza della nostra famiglia.
Durante questo lungo periodo fummo anche costretti più volte, in seguito a incursioni e retate di nazifascisti, a rifugiarci di giorno e di notte, protetti dai partigiani, nei rifugi naturali della montagna.
In sintesi questa è la storia di come siamo riusciti a sopravvivere.
Se un giorno passerò da Pizzo ci mangeremo un buon tartufo gelato. Gianfranco”.
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Il 25 Aprile è la festa della libertà riconquistata, che costò tanto...
"La memoria è come il mare" affermava Primo Levi...
La memoria deve essere sempre perpetuata nel tempo, poiché aiuta a diffondere ed alimentare una giusta conoscenza, un'ottima arma contro l'ignoranza, nemica della libertà. Si ringraziano gli Ingegneri Davoli e De Pas per questo loro dono prezioso a noi nella memoria e nel ricordo.Vincenza Triolo
GIANFRANCO DE PASTesto © dell'ING. DE PAS
“Caro Vincenzo, ti invio come richiesto un sunto delle vicende della nostra famiglia.
Sono nato a Livorno nel 1941.
Con i miei genitori, nell’estate del 1943 ci rifugiammo clandestinamente a Ceres nella Valle di Lanzo, per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei. Nell'autunno del 1943, dopo l’8 settembre ci spostammo in una camera di affitto a Voragno, nella vicina Val d’Ala da dove una notte dovemmo fuggire per la presenza di spie repubblichine. Dal dicembre 1943 al maggio del 1944 ci nascondemmo a Chialamberto nella frazione Trucco, da dove fummo cacciati dai padroni di casa per la paura di rappresaglie da parte dei nazifascisti.
Ancora nel maggio del 1944 le peregrinazioni proseguirono a Cantoira nella frazione Bergognesco presso la casa di un privato che dopo poco tempo, scoperta la nostra identità ebraica, ci costrinse ad andarcene subito.
Dal giugno del 1944 al 25 Aprile del 1945 fummo invece ospitati in Bergognesco da un’altra persona che fu determinante per la salvezza della nostra famiglia.
Durante questo lungo periodo fummo anche costretti più volte, in seguito a incursioni e retate di nazifascisti, a rifugiarci di giorno e di notte, protetti dai partigiani, nei rifugi naturali della montagna.
In sintesi questa è la storia di come siamo riusciti a sopravvivere.
Se un giorno passerò da Pizzo ci mangeremo un buon tartufo gelato.
Sono nato a Livorno nel 1941.
Con i miei genitori, nell’estate del 1943 ci rifugiammo clandestinamente a Ceres nella Valle di Lanzo, per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei. Nell'autunno del 1943, dopo l’8 settembre ci spostammo in una camera di affitto a Voragno, nella vicina Val d’Ala da dove una notte dovemmo fuggire per la presenza di spie repubblichine. Dal dicembre 1943 al maggio del 1944 ci nascondemmo a Chialamberto nella frazione Trucco, da dove fummo cacciati dai padroni di casa per la paura di rappresaglie da parte dei nazifascisti.
Ancora nel maggio del 1944 le peregrinazioni proseguirono a Cantoira nella frazione Bergognesco presso la casa di un privato che dopo poco tempo, scoperta la nostra identità ebraica, ci costrinse ad andarcene subito.
Dal giugno del 1944 al 25 Aprile del 1945 fummo invece ospitati in Bergognesco da un’altra persona che fu determinante per la salvezza della nostra famiglia.
Durante questo lungo periodo fummo anche costretti più volte, in seguito a incursioni e retate di nazifascisti, a rifugiarci di giorno e di notte, protetti dai partigiani, nei rifugi naturali della montagna.
In sintesi questa è la storia di come siamo riusciti a sopravvivere.
Se un giorno passerò da Pizzo ci mangeremo un buon tartufo gelato.
Gianfranco”.
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Il 25 Aprile è la festa della libertà riconquistata, che costò tanto...
"La memoria è come il mare" affermava Primo Levi...
La memoria deve essere sempre perpetuata nel tempo, poiché aiuta a diffondere ed alimentare una giusta conoscenza, un'ottima arma contro l'ignoranza, nemica della libertà.
Si ringraziano gli Ingegneri Davoli e De Pas per questo loro dono prezioso a noi nella memoria e nel ricordo.
Vincenza Triolo
GIANFRANCO DE PAS
Testo © dell'ING. DE PAS