In
occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2021, sarà presentato il libro dal titolo: LA STORIA DI HANNAH, di Emanuele ben Israel Moscati e Barbara de Munari con Prefazione di Alessandro Scuderi, edito ETICA.
Un
omaggio al Ricordo di Cesare Israel Moscati, affinché non vada
perso il suo lavoro, svolto con dedizione e Amore, e con l’intento di
proseguire il suo Progetto di Vita.
DAL QUARTO DI COPERTINA
di un convento, una lettera,
una insegnante ebrea
sfuggita alle persecuzioni razziali,
la moglie di un rabbino e un rabbino…
Durante e dopo la Shoah,
in una narrazione diafana e rarefatta, la storia di un cammino alla riconquista della propria identità ebraica perduta.
Sullo sfondo di un’Italia ferita e offesa dalla guerra e dalle leggi razziali, fra Roma, Torino e Eretz Yisrael, la ricerca del senso
della sacralità dell’esistenza e del collegamento
tra il nostro tempo e la fede dei Padri.
DALLA
PREFAZIONE DI ALESSANDRO SCUDERI (pp 7 - 11):
Tutto
è chiaro, distinto, inequivocabilmente stagliato nella diafana atmosfera che
avvolge la narrazione, ora tenera e suadente, ora oscura e nebulosa e che con
un’incantata e miracolosa energia dipana le incertezze e illumina i coni
d’ombra, inevitabili ostacoli della vita.
La
storia di due donne, legate dal vincolo della parentela, s’interseca con quelle
di altre donne e di altre vite, legata alla tormentata vicenda della
persecuzione razziale, per giungere a una sorta di sublimazione naturale degli
avvenimenti, come scostando un velo dopo l’altro, come un affrettarsi
impaziente, a raggiungere svolta dopo svolta.
In
occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2021, il libro vuole
rappresentare un omaggio a Cesare Israel Moscati, affinché non vada perso il
suo lavoro, svolto con dedizione e Amore, e con l’intento di proseguire il suo
Progetto di Vita.
Cesare
Israel aveva un’anima inquieta; grande, generosa, immaginifica e inquieta.
Perché solo le anime inquiete generano passioni potentissime, prolifiche e
immarcescibili.
La
consapevolezza di ciò che si è, e non anche di ciò che si possiede, assume, a
favore di ognuno di noi, una dimensione salvifica della propria esistenza; ma
tale consapevolezza, o meglio, la ricerca di essa, in Cesare Israel è stata di
una portata di vastità interstellare. Tutto ciò che non si può contenere, deve
essere liberato.
Leggere nell'anima di Cesare Israel ha un senso, ancor prima che nelle sue parole, nell'Universo che ci circonda. Cogliere nell'anima di Barbara, ancor prima che
nei suoi versi, un senso, significa trovare dimora nella geometria frattale che
unisce noi a D-o ed Egli a noi.
La
sacralità dell’esistenza, ecco cosa raccomanda al lettore, questo magico
insieme di messaggi raccolti in questo libro.
Ecco
cosa ha rincorso Cesare Israel per tutto il suo breve, intenso, passaggio
terreno… il collegamento, il nesso logico ed accettabile, tra il nostro tempo e
la fede dei Padri.
È
stato costretto, come troppi, a fare i conti con tutto l’odio riversatogli
contro, ma anche e soprattutto con quello ereditato dai suoi cari, passati per
i tetri e lugubri camini nazisti.
Il
pesante fardello che gli Ebrei portano sulle spalle non è solo il loro, nel
senso che non è solo quello sopportato sulle proprie schiene, non è solo quello
personale o familiare. È ben altro; è un peso accumulatosi in millenni di
bieca, quanto irrazionale, feroce ignoranza. Un peso anche, e forse
soprattutto, psicologico. Mal distribuito, ma sapientemente, scientificamente
riposto e moltiplicato con il solo e unico intento di schiacciare, di
seppellire. Se a un individuo qualsiasi, tutto ciò genera un risentimento
dominabile, in Cesare Israel generò un malessere interiore, profondo ed
escatologico.
Sulla
sua schiena e sulla sua coscienza gravò il peso di milioni di oppressi. Ma la
sua anima si salvò, così da potere raccontare al mondo, tramite l’amata arte
della cinematografia, che la vergogna dei miserabili non può bastare a oscurare
la luce irradiata dalla ragione.
Nella
lingua ebraica, a riprova della complessità e della illuminante filologia che
la compone, esistono tre differenti definizioni del termine “anima”, e tutte e
tre sono enunciate in seno alla Tōrāh, in questo ordine cronologico: Rūăḥ,
Nefeš, Neshamah. Ebbene, ciò che renderà degna la lettura di quest’amabile,
tenero libro, sono tutte e tre le definizioni, consapevolmente e umilmente
prese in prestito e, con straordinaria perizia, incastonate nella tessitura del
racconto.