venerdì 10 settembre 2021

RABBI AVRAHAM AZULAY - CHESED LE'AVRAHAM - CHI È COME TE

Frontespizio del Chesed Le'Avraham 
di Abraham Azulai, pubblicato a Vilna nel 1877


CHI È COME TE - CHESED LE'AVRAHAM DI RABBI AVRAHAM AZULAY


IL MEKUBAL NOSTRO MAESTRO RABBI AVRAHAM AZULAY זצוקלה"ה

Rabbi Avraham Azulai nacque nell’anno 5330 (1570 E.V.) e salì al mondo celeste nell’anno 5404 (1643). Egli fu un a kabalista trisnonno del Nostro Maestro il HiDAH. Rabbi Avraham nacque da Rabbi Mordechai Azulai, in Fez in Marocco, da una famiglia che secondo la tradizione orale veniva dalla Castiglia in Spagna. Nell'anno 366 a causa delle sventure che capitarono agli ebrei di Fez per i loro concittadini musulmani, carestia e pestilenza, decisero l’Aliah verso Erez Israel. Sulla via per Israele, la nave affondò, egli si salvò e come segno di ringraziamento verso Kadosh Baruch Hu, decise da allora di firmarsi con il nome della  forma di una nave. Arrivando in Erez Israele, dimorò a Hevron. Nell’anno 1619 (5379), a causa della pestilenz,a che imperversava a Hevron, Azulay lasciò la città per andare a Yerushalaim; dove, dopo un periodo arrivò la pestilenza, allora fuggì dalla città per dimorare per un arco di tempo nei dintorni; lì fece voto che se fosse ritornato a Hevron per i suoi meriti, avrebbe lì pubblicato nuovi studi di Torah, che aveva scritto in quegli anni, “Breve ragionamento e altri lavori”. Si salvò per andare altrove, infatti, quando passò la peste andò a Gaza. A diciannove anni Rabbi Avraham passò di lì, dove scrisse il suo libro HESED AVRAHAM. Per ricordare la Pietà di H' Itbarach, e (…) è il libro BAALE’ BERIT AVRAHAM. In quella città c’era allora Rabbi Israel Nigra come Rabbino della Comunità Ebraica,  che allora scrisse una breve poesia per onorare uno dei suoi libri. Rabbi Avraham Azulay con la fine della pestilenza a Hevron, lì andò per tutti i suoi anni di vita, imparò la Torah kabalistica presso Rav Haim Vital e anche con suo figlio Rabbi Shemuel Vital e studiò molto anche le teorie Kabaliste di Rabbi Moshè Cordovero. Attraverso la scrittura dell’introduzione del libro OZAROT HAIM, Rabbi Avraham Azulay e Rabbi Yaacov Zemah viaggiarono fino alla tomba di Rabbi Haim Vital per fare uscire da lì i libri nascosti. Uno dei libri usciti era OZAROT HAIM che è in se stesso l’ultimo libro dello ETZ HAIM. Nei suoi libri a volte si fa luce sulle Yeshivot, che erano in Erez Israel.

UN ANEDDOTO BIOGRAFICO


Sui particolari del racconto, che troviamo anche nel libro ZIKRON YERUSHALAIM, secondo l’autore, nell'anno 1643, un Pascià venne da Istanbul per visitare a Hevron la Grotta di Machpelah, e quando sbirciò all'interno della grotta sotterranea, cadde la sua spada lì. Il Pascià fece scendere i suoi servi nella grotta per mezzo di corde, ma morirono prima di riuscire a raggiungere la spada. A causa di ciò il Pascià decretò contro gli ebrei, che entrassero a prendere la spada dalla grotta. Gli ebrei tirarono a sorte, e il Rav Azulay fu scelto per realizzare il compito. Egli s’immerse nel Mikveh e durante la notte studiò Torah e Kabalah, mentre il mattino domandò ai compagni che pregassero per lui. Dopo avere trovato la spada, la legò a una corda perché potesse ritornare alla superficie,  ed egli penetrò ancora più in profondità nella caverna, dove vide Eliezer, il servo di Abramo, che dietro di lui lo guidò nel Giardino dell’Eden e lì vide i Patriarchi. Per la paura Azulay svenne, e dopo avere odorato profumi, rinvenne e parlò con i Patriarchi sulla causa della sua venuta.  Volle vedere cosa fosse il Giardino dell’Eden, e non voleva uscire da lì. I Patriarchi gli dissero che non era possibile e continuarono: “Esci e domani sarai insieme a noi”. Rav Avraham Azulay salì dalla grotta sulle corde, e tornò a casa felice; tutta la notte cercò di fronte a lui i suoi colleghi nello studio della Torah e della Kabalah e all’alba s’immerse nel Mikveh, vestì la tunica di lino, disse lo Shemà Israel, e spirò
Suo nipote Rav CHAIM YOSEF DAVID AZULAY (CHIDAH) ricordò questo racconto nelle sue opere. Rav Avraham Azulay è sepolto a Hevron.

OPERE DI RABBI AVRAHAM AZULAY
 
Il Rav Avraham Azulay scrisse molte opere sia sulla Torah sia sulla Kabalah. Il suo nome uscì per il fondamentale contributo alla diffusione degli scritti kabalistici, in particolare per il libro HESED L’AVRAHAM, che fu stampato postumo. Solo decine di anni più tardi furono stampate le sue opere di Halachà e di Mishnah. 

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LE SUE OPERE

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AHAVAH BETENUGHIM 
Commento alla Mishnah

BAALE’ BERIT AVRAHAM 
Commento al TANA”KH

HAGAOT AL HALEVUSH


HAGAOT AL HARAMBAM 
Manoscritto

HESED AVRAHAM

ZOHARÈ CHAMÀ
Commento allo Zohar

CANAF RANENIM 
Sulle Kavanot dello ARI ZL

MAASÈ HOSHEV 
Sulle Cavanot dello ARI zl

KERIAT AVRAHAM 
3 capitoli

OR HALEVANAH 
Note allo Zohar

OR HAGANUZ 
spiegazione delle espressioni criptiche dello Zohar 
secondo gli scritti di Rav Chaim Vital trovati nella Ghenizah 
opera perduta

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PAGINE SCELTE

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TRADUZIONE 


Berikhat  Avraham

Questa è una cascata d’acqua di fiumi di sette sorgenti, per spiegare il retto sentiero che deve compiere l’uomo per innalzarsi e tendere al suo fine, comprendere i suoi sentieri, perché questo vale per tutti gli uomini. Ed è diviso in più abbeveratoi

 

1.    Primo abbeveratoio

מי אל כמוך

Chi è come Te (Mich 7,18)


È opportuno che l’Uomo sia come il proprio Creatore, perciò è stato fatto nel segreto della forma Suprema “A immagine e Somiglianza fece l’Uomo”, in quanto chi è uguale per forma corporea, ma non nelle proprie azioni, sta negando la sua Immagine divina,  si dice su di lui che la sua forma è piacevole ma le sue azioni sono brutte, in quanto il fondamento dell’immagine e somiglianza sono le sue azioni, ciò che è utile essere nella forma superiore e se l’Immagine secondo il modello dei suoi arti e delle sue azioni, se non è come l’Immagine del Suo Creatore, è importante che ritrovi in sé i tredici modi di agire in corrispondenza con i tredici Attributi della Misericordia della SEFIRAH KETER, e questo è alluso nel segreto verso “Chi è come Te”.

Questo verso “Chi è come Te” insegna sull'essere del Santo Benedetto Egli Sia, un Re, che è offeso e soffre dell’insulto, ciò che non può comprendere la ragione. Quindi non c’è cosa nascosta che Lui non ne abbia cura, senza dubbio. E ancora non vi è attimo che non vi sia un uomo, non sia nutrito e addolcito dalla forza superiore dell’Emanazione su di lui.

Perciò, trovi che dal mondo non c’è alcun peccato dell’Uomo che non sia in corrispondenza nello stesso momento ad una Emanazione, che lo mantenga in piedi e provochi un movimento dei suoi arti. Se l’uomo pecca, in tale forza non si sposta da lui nulla, ma ha fatto soffrire ed ha offeso, così che il Santo Benedetto Egli Sia, emetta una forza in lui che ne faccia muovere gli arti, l’uomo avrà nello stesso momento una forza nel peccato, nella trasgressione e nella rabbia. Il Santo Benedetto Egli sia soffre, non è detto che avviene, non può distogliere da sé quel bene, HAS VESHALOM, come un giocatore che dissecchi le sue mani e suoi piedi come la fonte che fu fatta per Yerobaam; e se è così che la forza è nella sua mano questa forza ritorna all'emanazione. Si dovrà dire quindi: hai peccato verso di Me, hai peccato verso te stesso e non verso di Me.

Ma se è così, si muova bontà da tale uomo che ha sofferto l’insulto, si possa emettere la forza, migliori nell’uomo la bontà e quindi tale insulto è sofferenza che non è misurato.

Per questo gli Angeli del Servizio, chiamano il Santo Benedetto Egli Sia “un re offeso”, e dicono “Chi è come Te?” “Tu sei il D-o della benevolenza che fai il bene, D-o padrone delle vendette, o padrone delle forze che raccoglie in sé, e così tu soffri e vieni insultato finchè non ritorni col pentimento. Perché questa è la misura che è necessaria all’uomo che è uso alla sofferenza, e così essere umiliato fino a tale grado finchè non raccolga la bontà da Colui che Accoglie”.

 

2.    Abbeveratoio 2

נושא עוון

Perdona il peccato


Questo è un argomento più grande del precedente, poiché non c’è atto che l’uomo faccia che non crei una forza di distruzione, come è detto chi compie una trasgressione sta creando un KATEGOR, e in conseguenza tale KATEGOR si leva di fronte al Santo Benedetto Egli Sia,  e dice tale uomo mi ha fatto; ma non c’è Creazione che sussista nel mondo salvo che per Emanazione del Santo Benedetto Egli Sia.

Quindi tale KATEGOR si erge di fronte a Lui, e su cosa sussiste?

Se non del Giudizio che dà che dice il Santo Benedetto Egli Sia; non ho il cibo per gli Angeli Distruttori, vai da chi ti ha creato e fatti ricompensare da lui, e l’Angelo Distruttore scende subito e gli prende la vita, oppure lo recide da sotto al Cielo, o lo punisce secondo la sua punizione, finché non scompare tale Angelo Distruttore.

E il Santo Benedetto Egli Sia fa questo finchè prova e soffre per il peccato, e come Egli nutre tutto l’universo nutre e sostenta anche tale Angelo Distruttore, finché non vi sarà una di queste tre cose:

  • che si penta il peccatore con Teshuvà, e lo elimini con un comportamento pio;
  • o sia distrutto dalle sofferenze e dalla morte;
  • Oppure vada nel Gehinnom e lì pagherà il suo debito.

Quindi, c’è quello che ha detto Caino, “più grande è il mio peccato del perdono”, e i Maestri, la loro memoria sia di benedizione spiegano: tu soffri del mondo intero, che voglia nutrire e sostentare, mentre il mio peccato è talmente pesante che tu non puoi sopportarlo; e significa che esso sussiste finché non mi pentirò e lo riparerò.

Se è così la misura della sofferenza è grande, che dunque soffre in quanto nutre e sostenta la sua malvagia creatura, che il peccato ha creato, finché non si penta.

Ciò significa che l’uomo ha necessità di soffrire, e soffrirà il giogo del suo prossimo nella misura della sua malvagità sussistente, in quanto il peccato è in corrispondenza a lui e lui soffre finché non ripara il suo prossimo, o finché non lo annulla spontaneamente. Ciò ho scritto su tale argomento.


3.    Abbeveratoio 3

ועבר על פשע

Tollera le colpe


Questa è una grande dimensione. Perché non c’è perdono attraverso un inviato, ma solo attraverso il Santo Benedetto Egli Sia, come è scritto “il perdono è cosa abituale per Te” (Sl. 130,4) Ma cos’è il perdono che lava il peccato? Com'è scritto: “Quando HaShem laverà l’impurità delle figlie di Sion” (Is.4,4) e così è scritto: ”Poi verserò su di voi acqua pura e diventerete puri” (Ez. 36,24), e quindi “tollera le colpe del resto del suo possesso” (Mic. 7,18), cioè invia le acque di purificazione e fa passare e lava la colpa, quindi la sostanza di questo paragone è che è necessario che l’uomo dica “Forse io dovrei riparare ciò che tal altro ha sbagliato, o ha mancato?” Invece l’uomo sbaglia e il Santo Benedetto Egli Sia, riparerà, non attraverso un inviato riparerà l’errore e laverà il peccato, Perciò l’uomo si vergogna di pentirsi dal peccato, e il Re stesso lava del tutto i suoi abiti.


4.   Abbeveratoio 4

לשארית נחלתו

Al resto del suo possesso


Il Santo, benedetto Egli Sia usa questa via con Israele, Egli dice: “cosa potrò fare con Israele, poiché essi sono a me vicini”, condivido con loro il resto della carne come hanno spiegato i Maestri, la loro memoria sia di benedizione, è il popolo matrice, ed è chiamato Israele ed è chiamato a Lui prossimo, perché la sua Presenza è con loro, come è scritto “I suoi figli” (Sl. 89,31), come spiegano i Maestri zl essi sono il resto di ogni nazione e di ogni carne umana, il Suo possesso. Alla fine essi sono il Suo possesso. Quando dice che li punirà, perciò è come un padre verso di me, “In tutte le loro sventure Egli ha partecipato e un Suo Angelo li ha salvati” (Is.63,9) “e D-o non potette più sopportare la sofferenza d’Israele” (Giud. 10,16); perciò perché non fa cessare le loro angosce e il loro avvilimento? Soltanto perché essi sono il resto del Suo possesso. Così l’uomo è solito con il prossimo, ciascun uomo in Israele è “il resto della carne” l’uno per l’altro, poiché le Anime si raccolgono insieme e per uno c’è un posto, per un altro c’è un altro posto. Perciò non sono simili se molti fanno una Mizvah di fronte alla loro collettività. Così spiegano i Maestri zl, persino se cento persone vengono dietro a loro per prendere il premio della loro opera, in corrispondenza a tutti loro c’è un premio centuplicato secondo quel che dice il Talmud,  poiché dieci persone sono raccolte insieme e dieci volte dieci sono cento. Ciascuno di loro raccoglie cento; se è così, persino se ne vengono cento, ciascuno riceve una ricompensa per cento, e questo significa che gli israeliti sono responsabili l’uno dell’altro, perché c’è in ciascuno come un membro dell’altro. Così quando pecca il tuo compagno danneggia se stesso e danneggia la parte che condivide con il suo prossimo, così da quel lato della sua parte tu sei responsabile di lui e così ciascuno per l’altro. Perciò è opportuno per l’uomo di desiderare il bene del proprio prossimo  e guardi il bene del suo prossimo come se fosse il suo, l’onore del suo prossimo come se fosse il suo. Perché quindi in sostanza il significato di ciò è “Ama il prossimo tuo come te stesso”, e il significato di questo verso è che è opportuno desiderare il bene del prossimo, e non dire nulla contro di lui, né desiderare per lui una via che non voglia il Santo Benedetto Egli Sia. Con il nostro biasimo. E ciò significa la vicinanza e non l’angoscia, questo è  il senso della presenza. E anch'egli non desideri il biasimo del suo compagno e l’angoscia e la stupidità, ma lo accompagni come è degno, in tale angoscia come in tale buon evento.  

 

5.  Abbeveratoio 5

ולא חזיק לעד אפו

E non mantiene la Sua ira


Quest’altra dimensione vuole significare, che persino se l’uomo persiste nel peccato, il Santo Benedetto Egli Sia non persiste nell’ira, e se persiste, non è per sempre, ma annulla la sua ira persino se l’uomo non si pente, come troviamo nella storia di Yerova’am  Ben Yoash (1 Re 14,23-28). Nella quale, aumentò il Santo Benedetto Egli Sia il confine d’Israele; e questi erano adoratori degli idoli, ma Egli ebbe misericordia e non li annientò. Ma se è così, perché ne ebbe misericordia? Per la misura: “Non mantiene la Sua ira”, per cui indebolì molto la sua ira, e questo significa che finché il peccato del peccatore è in atto, Egli non lo punisce, ma lo tiene in osservazione, e ne ha misericordia, poiché forse potrebbe pentirsi. Perciò non lo contende per l’eternità (v. Is. 57,16) e “non  serba l’ira in eterno” (Ger. 3,12) ma il Santo Benedetto Egli Sia usa la benedizione e cerca tutto per il bene di Israele. Questa è la dimensione degna anche di ogni uomo verso il suo prossimo, persino se sia prepotente e insista nel dare sofferenze al proprio compagno o ai suoi figli, ed essi ne siano tormentati. Non per questo rafforza o ci stermina o moltiplica la sua ira, persino perché la sua ira sola ci annienta, non rafforza la sua collera anche se c’è un ulteriore motivo per l’uomo, come spiegano i Maestri sul verso “Se vedessi l’asino del tuo nemico accasciato sotto il peso del carico” (Ex. 23,5). E la spiegazione di cosa sia questo nemico, che tu vedi ha fatto una trasgressione, egli è solo e non può testimoniare e detestandolo sul fatto del peccato, persino  la Torah dice “vorresti astenerti dall’aiutarlo”. Supera quel che c’è nel tuo cuore, di evitare di avvicinarlo con amore; forse ritornerà sulla giusta via, perciò la sostanza di tale dimensione è di non mantenere per sempre il rancore.


6.     Abbeveratoio 6

כי חפץ חסד הוא

Perché la Sua volontà è amore


Dice la tradizione, che ci sono nei Palazzi Celesti degli Angeli, preposti a raccogliere le azioni gentili degli uomini in questo mondo e quando la Misura della dura giustizia accusa Israele, subito questi Angeli fanno vedere questa HESED e il Santo Benedetto Egli Sia ha misericordia per Israele, perché Egli desidera l’amore, e quando essi praticano l’amore ciascuno di loro verso l’altro, com’è detto nel tempo della distruzione del Tempio: “di prendere il fuoco in mezzo alle ruote che sono fra i Cherubini” (Ez. 10,4). La spiegazione è che l’Angelo Gabriele prende i carboni ardenti per l’inviato di Israele. Cioè, il significato profondo è che Gabriele è il Principe del Giudizio e della GHEVURAH, e a lui è dato il dominio di prendere le forze del Giudizio “fra le ruote sotto i Cherubini” dal fuoco dell’Altare, cioè il DIN di GHEVURAH e MALCHUT; e sarebbe il Giudizio indurito finché Gabriele domanda alle forze del tutto di sterminare qualcuno in Israele, perché è in obbligo di essere sterminato. Ed è scritto: “sotto le ali avevano mani d’uomo” (Ez. 1,8). E il Santo Benedetto Egli dice: “Gabriele questo e quello hanno fatto, atti di HESED l’uno con l’altro, e poiché hanno operato amore reciproco anche se sono colpevoli sopravvivano. Ed abbiano un resto”. Il significato è che di fronte a questa Misura: “Perché la Sua volontà è amore”, Egli vuole che Israele operi amore reciproco, e questo ricorda loro di se,  essi siano,  che essi non sono validi diversamente. Se è così, secondo questa Misura, è opportuno che l’Uomo nel comportarsi, anche se vede che l’uomo gli ha fatto del male, oppure se si adira, se c’è un lato buono che migliori gli altri, oppure una Misura di bene che usi secondo le Mizvot; sarà sufficiente per lui, per annullare la sua ira, da lui; e vorrà che il suo cuore sia con lui e desidererà l’amore, dirà “sia per me buono ciò che lo è per lui” e tutto ciò vale per sua moglie, come hanno spiegato i nostri Maestri. Di essere di crescita e di aiuto per noi. Così si dirà in ogni ragionamento: che per me è bene ciò che tale persona ha fatto con me o con tal altro. Oppure che la misura di bontà di tale persona è che abbia e avrà desiderio d’amore.


7.  Abbeveratoio 7
 
ישוב ירחמנו
 
Tornerà ad amarci

 

Il Santo Benedetto Egli Sia, quando l’uomo ritorna con la TESHUVAH, non è come l’uomo con cui il suo compagno sia adirato, come chi si voglia con sè un poco dell’amore originario, no il Cielo ce ne guardi, non è così la misura del Santo Benedetto Egli Sia, ma di moltiplicare la sua altezza, aggiungere grandezza e questo nel luogo in cui siano dei BAALE’ TESHUVAH, degli uomini pentiti, e ciò come il commento nel cap. 5 del capitolo “Costruisce in cielo le sue dimore e fonda sulla terra la Sua volta, dice alle acque del mare di raccogliersi, e le versa sulla superficie della terra” (Am. 9,6). Ma perché tutto HaShem ha fatto tutto secondo l’ordine, dato che tutto è destinato a sparire dal mondo? “Il mondo intero non è stato creato se non per uscire da esso” (Shabat 30b) e il Santo Benedetto Egli Sia creò il mondo aperto dal lato del male e del peccato, non c’è un lato in cui non vi sia materialità e istinto al male, ai guai, come un corridoio da cui ogni cosa voglia uscire, di cui non vi sia un padrone, ma solo una breccia  grande aperta dal lato del male di sotto; per ciascuno che voglia uscire verso il mondo ci sono alcune porte per lui, che non troverà dalla parte del peccato e della trasgressione per uscire all'esterno.
C’è una porta in alto, e se si pente può accoglierlo, ed è difficile passare in essa; corrono in essa coloro che si pentono  con una TESHUVAH completa, in quanto è aperta come siepe per i Giusti, poiché i Giusti non peccano, e non è che li interrompe il peccato. Certo, il peccatore che si penta, si apre a lui un poco, quanto è necessario, come le siepi difficili, poiché tale siepe ha avuto una breccia una volta, se la si avvinerà con la bellezza del proprio istinto. Ma è necessario allontanarsi, di un allontanamento grande, e per questo non si entra dall’apertura del corridoio in cui vi è una breccia, ma innalzandosi ed entrando da sé, secondo una porta di sofferenza.  Se capitano molte sventure e si possa sigillare le brecce, e da questo piccolo spazio i BAALE’ TESHUVAH si alzano, non potendo entrare dalla via della porta dei Giusti, poiché essi sono insieme ai giusti, ma hanno sofferto e sono saliti secondo una via di una porta superiore, giacché sono stati tormentati e distinti dal peccato più dei Giusti. Per questo sono saliti;  e sono saliti al quinto Tempio celeste che è nel Giardino dell’Eden, cioè, il tetto del Monte del Tempio, entrando nel vestibolo. Perciò quando l’uomo fa TESHUVAH, cioè ritorna HaShem Nostro D-o al suo posto, fa ritornare il Santo Benedetto Egli Sia, la Sua Shekhinah  su di lui, cioè ritorna ad amarci e aggiunge misericordia per Israele, che ripari ancora di più e si avvicini ancora di più. Così l’uomo è opportuno che si comporti col suo prossimo, non sia vendicativo e ostile più di prima, ma moltiplichi più di prima per il proprio compagno “amore per lui”. Per  questo gradino della misericordia e dell’Amore, è bene che il proprio prossimo ricerchi il suo amore, quando vedrà, che il suo prossimo cerca il suo amore, avrà il gradino della Misericordia e dell’amore, sempre di più,  si dirà “perciò egli è come BAALE’ TESHUVAH” e i Giusti completi stanno a confronto,e avvicinano il suo scopo più di quanto egli non l’avvicini, in quanto essi sono Giusti completi che non hanno peccato. Questo è quello che scrissi.


 

8.  Abbeveratoio 8

יכבוש עונותינו

Annullerà i nostri peccati

 
Quindi il Santo Benedetto Egli Sia usa con Israele questa Misura, che è il segreto dell’annullamento e il ragionamento è che la Mizvah fiorisce e spunta senza fine ed entra di fronte al Santo Benedetto Egli Sia, certo, i peccati non entreranno lì ma saranno annullati come è scritto: ”E il male non dimora presso di Te” (Sl. 5,5), perciò nessun peccato entrerà all'interno, per questo il premio della Mizvah, richiede l’altro mondo, poiché a esse e allora, gli sarà dato ciò che è di fronte a Lui, è un premio completamente Spirituale, perciò tutto il mondo non basta ad una sola Mizvah, che prenda lo Spirito che è davanti a Lui. E un poco di questo capita a chi è sollecito nelle Mizvot.
Il Santo Benedetto Egli Sia non ha detto: fai quaranta Mizvot e trenta trasgressioni, rimangono dieci Mizvot, il Cielo ne guardi!
Ma perfino lo Zadik completo, che fa un peccato, è simile di fronte a lui come uno che bruci la Torah. Finché Egli desidera obbedienza ai doveri, perciò ha distrutto la Mizvah, questo è l’amore grande che il Santo Benedetto Egli Sia ha fatto con i Giusti, che non  c’è franchigia per loro, perché le Mizvot più difficili sono innalzate di fronte ad HaShem Itbarach, e così pure si vendica sui peccati, il premio del peccato è il Gehinnom, ed è il disprezzo, il premio delle Mizvot è la Gloria del Volto della Shechinah. Così l’uno è opposto all’altro.
Ma il Santo Benedetto Egli Sia recupera il credito delle trasgressioni, e rende buono il premio delle Mizvot, quindi annullerà i peccati in modo che non si rafforzino di fronte a lui, come annulla le Mizvot in modo che non si innalzino e non entrino; essendo Lui che conduce l’Uomo sui sentieri del bene e del male, con tutto quel che è bene non annullerà,  ma farà fiorire e salire ancora di più, e raccoglierà ciascuna Mizvah e ne costruirà un palazzo,  un vestito e i peccati non saranno un capitale per lui, ma li annullerà in modo che non abbiano successo.
Perciò per tale dimensione, è necessario che l’uomo non annulli il bene del suo compagno e ricordi il suo prossimo nella sua fatica. Moltiplichi l’annullamento del male e sia il bene sempre nell'ordine dovuto di fronte a lui, in tutte le cose che farà, e non combattano nel suo cuore. Dirà: se avrò fatto del bene ma avrò fatto del male, sarà cancellato il bene.
Non si faccia così per il male, che ne abbia piacere e che trascuri il bene dai propri occhi, i suoi occhi s’accecheranno e sarà nascosto il male per quanto possibile in ogni via possibile, secondo il sentiero per cui il Santo Benedetto Egli Sia annullerà i loro peccati.



9.  Abbeveratoio 9

ותשליך במצולות ים כל חטאתם

E getterà nelle profondità del mare tutti i loro peccati


Questa è una buona misura, che il Santo Benedetto Egli Sia, perché gli israeliti peccarono ed Egli li consegnò nelle mani del Faraone, si pentirono attraverso la TESHUVAH, perciò fu punito il Faraone, e così Sennacherib, e Haman ecc.
In tutti i casi, il Santo Benedetto Egli Sia non li consegnò nelle loro mani dicendo: “pentitevi con la TESHUVAH, e non vi sarà più il male”.
Per questo fu distrutto Haman, e così il Faraone e Sennacherib, fu sufficiente, ricadde l’intento di Haman sulla sua testa, e ciò significa che Egli usa così, nel segreto del verso “il capro porterà su di sé in una terra desolata tutte le iniquità dei figli d’Israele” (Lev. 16,22) e ciò si spiega perché il capro espiatorio espia in sé i peccati, e ciò è molto complesso, poiché Israele pecca e il capro porta su di sé i loro peccati, su di sé e su tutti i popoli, ma questa è la Misura.
Un uomo confessa il peccato e l’intenzione nella sua confessione è di accettare su di sé la purificazione, come disse il Re David: “lavami completamente dal mio peccato e purificami dal mio trascorso” (Sl. 51,4). E così dice: nella tua misericordia hai cancellato i più gravi peccati, non prego se non perché vi siano sofferenze leggere, che non cancellino la Torah e questo è detto, ma non vengano attraverso dure sofferenze, così Egli esprime la sua volontà e dice: tu sei Giusto nonostante tutto ciò che verrà su di me, perché egli accetta le sofferenze con volto lieto, per espiare, perché vi sono peccati che solo le sofferenze o la morte espiano, e così è in stanza.
Il Santo Benedetto Egli Sia decreta che subito avvenga attraverso la preghiera, come è spiegato nello Zohar che la parte di Samael è come l’occhio del capro espiatorio, e cos’è questa parte, su cui il Santo Benedetto Egli Sia, decide le sofferenze. Subito capita lì Samael, che va a fare il suo compito, cioè espia “il capro i peccati del popolo”. Poiché, il Santo Benedetto Egli Sia gli dà il permesso di compiere il suo obbligo, Israele si purifica e tutto rotola su Samael. Il senso è, che il Santo Benedetto Egli Sia, ha decretato sul suo mondo, per chiunque abbia fatto, il decreto che fosse distrutto; e ciò significa che la Bestia venisse uccisa, e questo significa che si avvicinasse una pietra su di lui e fosse ucciso, vuol intendere, che si compisse il suo decreto di distruggerlo e seppellirlo. Questo è in sostanza il segreto dell’immagine. Fu consegnato Israele nelle mani di Nabuccodonosor, capo del male. A Nabuccodonosor furono consegnati in mano: la Persia, morì il regno di Persia; furono consegnati in mano i romani, morì il loro impero, e cosa fu la fine di tutto?
Alla fine il Santo Benedetto Egli Sia, Egli stesso li mette in piedi e fa un decreto su di loro.
Metà li distruggerò, metà saranno distrutti ma essi non saranno distrutti.
Ancora come (….)
Ecco all’inizio è scritto e la causa del simbolo sui suoi piedi, non c’è più di ogni simbolo, ma solo i suoi piedi, che quindi era stata distrutta la loro forza e spezzata la testa (,,,) e nonostante ciò, alla fine si raffinarono in un unico fatto, che in futuro il Santo Benedetto Egli Sia, metterà in piedi Samael e i malvagi, che avranno fatto delle opere e farà su di loro un decreto.
E quindi getterà nelle profondità del mare tutti i loro peccati.
Vorrà lanciare la forza del decreto e farà compiere attraverso ciò.
Le profondità del mare e i malvagi come il mare avranno paura; e questo calpestare e cancellare sono i decreti contro Israele.
Certo tornerà al suo inizio e ciò significa, che dopo che Israele avrà accettato il Giudizio, il Santo Benedetto Egli Sia, li darà com’erano prima e domanderà riparazione.
Anche in questa misura è necessario che Israele si comporti in modo che il male sia represso attraverso le sofferenze verso coloro che lo odiano. Poiché, dopo che verranno accettati ciascuno come il proprio fratello, si avvicinino i ribelli, e si abbia misericordia su di loro. Egli li salverà dalla mano del nemico, e non dirà che il loro peccato causerà ciò, ma solo che li amerà con tale misura.


TRADUZIONE:

Luciano Tagliacozzo
04 Tishrì 5782
(10 Settembre 2021)


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TRADUZIONE A CURA DI LUCIANO TAGLIACOZZO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
JEWISH CALABRIA – CULTURA E RETAGGIO EBRAICO




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FONTI ICONOGRAFICHE: 

Frontespizio del Chesed Le'Avraham di Abraham Azulai, pubblicato a Vilna nel 1877 da https://it.wikipedia.org/wiki/File:Hesed_leavraham.jpg

FONTI:


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Luciano Tagliacozzo
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