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Frontespizio del Chesed Le'Avraham di Abraham Azulai, pubblicato a Vilna nel 1877 |
CHI È COME TE - CHESED LE'AVRAHAM DI RABBI AVRAHAM AZULAY
IL MEKUBAL NOSTRO MAESTRO
RABBI AVRAHAM AZULAY זצוקלה"ה
Rabbi Avraham Azulai nacque nell’anno 5330 (1570 E.V.) e salì al mondo celeste nell’anno 5404 (1643). Egli fu un a kabalista trisnonno del Nostro Maestro il HiDAH. Rabbi Avraham nacque da Rabbi Mordechai Azulai, in Fez in Marocco, da una famiglia che secondo la tradizione orale veniva dalla Castiglia in Spagna. Nell'anno 366 a causa delle sventure che capitarono agli ebrei di Fez per i loro concittadini musulmani, carestia e pestilenza, decisero l’Aliah verso Erez Israel. Sulla via per Israele, la nave affondò, egli si salvò e come segno di ringraziamento verso Kadosh Baruch Hu, decise da allora di firmarsi con il nome della forma di una nave. Arrivando in Erez Israele, dimorò a Hevron. Nell’anno 1619 (5379), a causa della pestilenz,a che imperversava a Hevron, Azulay lasciò la città per andare a Yerushalaim; dove, dopo un periodo arrivò la pestilenza, allora fuggì dalla città per dimorare per un arco di tempo nei dintorni; lì fece voto che se fosse ritornato a Hevron per i suoi meriti, avrebbe lì pubblicato nuovi studi di Torah, che aveva scritto in quegli anni, “Breve ragionamento e altri lavori”. Si salvò per andare altrove, infatti, quando passò la peste andò a Gaza. A diciannove anni Rabbi Avraham passò di lì, dove scrisse il suo libro HESED AVRAHAM. Per ricordare la Pietà di H' Itbarach, e (…) è il libro BAALE’ BERIT AVRAHAM. In quella città c’era allora Rabbi Israel Nigra come Rabbino della Comunità Ebraica, che allora scrisse una breve poesia per onorare uno dei suoi libri. Rabbi Avraham Azulay con la fine della pestilenza a Hevron, lì andò per tutti i suoi anni di vita, imparò la Torah kabalistica presso Rav Haim Vital e anche con suo figlio Rabbi Shemuel Vital e studiò molto anche le teorie Kabaliste di Rabbi Moshè Cordovero. Attraverso la scrittura dell’introduzione del libro OZAROT HAIM, Rabbi Avraham Azulay e Rabbi Yaacov Zemah viaggiarono fino alla tomba di Rabbi Haim Vital per fare uscire da lì i libri nascosti. Uno dei libri usciti era OZAROT HAIM che è in se stesso l’ultimo libro dello ETZ HAIM. Nei suoi libri a volte si fa luce sulle Yeshivot, che erano in Erez Israel.
UN ANEDDOTO BIOGRAFICO
Suo nipote Rav CHAIM YOSEF DAVID AZULAY (CHIDAH) ricordò questo racconto nelle sue opere. Rav Avraham Azulay è sepolto a Hevron.
Commento al TANA”KH
HAGAOT
AL HALEVUSH
Manoscritto
Sulle Kavanot dello ARI ZL
3 capitoli
TRADUZIONE
Berikhat Avraham
Questa è una cascata
d’acqua di fiumi di sette sorgenti, per spiegare il retto sentiero che deve compiere l’uomo per innalzarsi e
tendere al suo fine, comprendere i suoi sentieri, perché questo vale per
tutti gli uomini. Ed è diviso in più abbeveratoi
1.
Primo abbeveratoio
מי אל כמוך
Chi è come Te (Mich 7,18)
È opportuno che l’Uomo sia come il proprio Creatore, perciò è stato fatto nel segreto della forma Suprema “A immagine e Somiglianza fece l’Uomo”, in quanto chi è uguale per forma corporea, ma non nelle proprie azioni, sta negando la sua Immagine divina, si dice su di lui che la sua forma è piacevole ma le sue azioni sono brutte, in quanto il fondamento dell’immagine e somiglianza sono le sue azioni, ciò che è utile essere nella forma superiore e se l’Immagine secondo il modello dei suoi arti e delle sue azioni, se non è come l’Immagine del Suo Creatore, è importante che ritrovi in sé i tredici modi di agire in corrispondenza con i tredici Attributi della Misericordia della SEFIRAH KETER, e questo è alluso nel segreto verso “Chi è come Te”.
Questo verso “Chi è come Te” insegna sull'essere del Santo Benedetto
Egli Sia, un Re, che è offeso e soffre dell’insulto, ciò che non può comprendere
la ragione. Quindi non c’è cosa nascosta che Lui non ne abbia cura, senza
dubbio. E ancora non vi è attimo che non vi sia un uomo, non sia nutrito e
addolcito dalla forza superiore dell’Emanazione su di lui.
Perciò, trovi che dal mondo non c’è alcun peccato dell’Uomo che non sia in corrispondenza nello stesso momento ad una Emanazione, che lo mantenga in piedi e provochi un movimento dei suoi arti. Se l’uomo pecca, in tale forza non si sposta da lui nulla, ma ha fatto soffrire ed ha offeso, così che il Santo Benedetto Egli Sia, emetta una forza in lui che ne faccia muovere gli arti, l’uomo avrà nello stesso momento una forza nel peccato, nella trasgressione e nella rabbia. Il Santo Benedetto Egli sia soffre, non è detto che avviene, non può distogliere da sé quel bene, HAS VESHALOM, come un giocatore che dissecchi le sue mani e suoi piedi come la fonte che fu fatta per Yerobaam; e se è così che la forza è nella sua mano questa forza ritorna all'emanazione. Si dovrà dire quindi: hai peccato verso di Me, hai peccato verso te stesso e non verso di Me.
Ma se è così, si muova bontà da tale uomo
che ha sofferto l’insulto, si possa emettere la forza, migliori nell’uomo la
bontà e quindi tale insulto è sofferenza che non è misurato.
Per questo gli Angeli del Servizio, chiamano il Santo Benedetto Egli Sia “un re offeso”, e dicono “Chi
è come Te?” “Tu sei il D-o della benevolenza che fai il bene, D-o padrone delle
vendette, o padrone delle forze che raccoglie in sé, e così tu soffri e vieni
insultato finchè non ritorni col pentimento. Perché questa è la misura che è
necessaria all’uomo che è uso alla sofferenza, e così essere umiliato fino a
tale grado finchè non raccolga la bontà da Colui che Accoglie”.
2. Abbeveratoio 2
נושא עוון
Perdona il peccato
Questo è un
argomento più grande del precedente, poiché non c’è atto che l’uomo faccia che
non crei una forza di distruzione, come è detto chi compie una trasgressione
sta creando un KATEGOR, e in conseguenza tale KATEGOR si leva di fronte al
Santo Benedetto Egli Sia, e dice tale
uomo mi ha fatto; ma non c’è Creazione che sussista nel mondo salvo che per
Emanazione del Santo Benedetto Egli Sia.
Quindi tale KATEGOR
si erge di fronte a Lui, e su cosa sussiste?
Se non del Giudizio
che dà che dice il Santo Benedetto Egli Sia; non ho il cibo per gli Angeli
Distruttori, vai da chi ti ha creato e fatti ricompensare da lui, e l’Angelo
Distruttore scende subito e gli prende la vita, oppure lo recide da sotto al
Cielo, o lo punisce secondo la sua punizione, finché non scompare tale Angelo
Distruttore.
E il Santo Benedetto Egli Sia fa questo finchè prova e soffre per il peccato, e come Egli nutre tutto l’universo nutre e sostenta anche tale Angelo Distruttore, finché non vi sarà una di queste tre cose:
- che si penta il peccatore con Teshuvà, e lo elimini con un comportamento pio;
- o sia distrutto dalle sofferenze e dalla morte;
- Oppure vada nel Gehinnom e lì pagherà il suo debito.
Quindi, c’è quello
che ha detto Caino, “più grande è il mio
peccato del perdono”, e i Maestri, la loro memoria sia di benedizione
spiegano: tu soffri del mondo intero, che
voglia nutrire e sostentare, mentre il mio peccato è talmente pesante che tu
non puoi sopportarlo; e
significa che esso sussiste finché non mi pentirò e lo riparerò.
Se è così la misura
della sofferenza è grande, che dunque soffre in quanto nutre e sostenta la sua
malvagia creatura, che il peccato ha creato, finché non si penta.
Ciò significa che
l’uomo ha necessità di soffrire, e soffrirà il giogo del suo prossimo nella
misura della sua malvagità sussistente, in quanto il peccato è in
corrispondenza a lui e lui soffre finché non ripara il suo prossimo, o finché
non lo annulla spontaneamente. Ciò ho scritto su tale argomento.
3. Abbeveratoio 3
ועבר על פשע
Tollera le colpe
Questa è una grande dimensione. Perché non c’è perdono attraverso
un inviato, ma solo attraverso il Santo Benedetto Egli Sia, come è scritto “il perdono è cosa abituale per Te” (Sl. 130,4) Ma cos’è il perdono che lava il peccato? Com'è scritto: “Quando HaShem laverà l’impurità delle figlie di Sion” (Is.4,4) e così è scritto: ”Poi verserò su di voi acqua pura e diventerete puri” (Ez. 36,24), e quindi “tollera le colpe del resto del suo possesso” (Mic. 7,18), cioè invia le acque di purificazione e fa
passare e lava la colpa, quindi la sostanza di questo paragone è che è
necessario che l’uomo dica “Forse io dovrei riparare ciò che tal altro ha sbagliato, o ha
mancato?” Invece l’uomo sbaglia e il Santo Benedetto Egli Sia,
riparerà, non attraverso un inviato riparerà l’errore e laverà il peccato,
Perciò l’uomo si vergogna di pentirsi dal peccato, e il Re stesso lava del tutto
i suoi abiti.
4. Abbeveratoio 4
לשארית נחלתו
Al resto del suo possesso
Il Santo, benedetto Egli Sia usa questa via con Israele, Egli dice: “cosa potrò fare con Israele, poiché essi sono a me vicini”, condivido con loro il resto della carne come hanno spiegato i Maestri, la loro memoria sia di benedizione, è il popolo matrice, ed è chiamato Israele ed è chiamato a Lui prossimo, perché la sua Presenza è con loro, come è scritto “I suoi figli” (Sl. 89,31), come spiegano i Maestri zl essi sono il resto di ogni nazione e di ogni carne umana, il Suo possesso. Alla fine essi sono il Suo possesso. Quando dice che li punirà, perciò è come un padre verso di me, “In tutte le loro sventure Egli ha partecipato e un Suo Angelo li ha salvati” (Is.63,9) “e D-o non potette più sopportare la sofferenza d’Israele” (Giud. 10,16); perciò perché non fa cessare le loro angosce e il loro avvilimento? Soltanto perché essi sono il resto del Suo possesso. Così l’uomo è solito con il prossimo, ciascun uomo in Israele è “il resto della carne” l’uno per l’altro, poiché le Anime si raccolgono insieme e per uno c’è un posto, per un altro c’è un altro posto. Perciò non sono simili se molti fanno una Mizvah di fronte alla loro collettività. Così spiegano i Maestri zl, persino se cento persone vengono dietro a loro per prendere il premio della loro opera, in corrispondenza a tutti loro c’è un premio centuplicato secondo quel che dice il Talmud, poiché dieci persone sono raccolte insieme e dieci volte dieci sono cento. Ciascuno di loro raccoglie cento; se è così, persino se ne vengono cento, ciascuno riceve una ricompensa per cento, e questo significa che gli israeliti sono responsabili l’uno dell’altro, perché c’è in ciascuno come un membro dell’altro. Così quando pecca il tuo compagno danneggia se stesso e danneggia la parte che condivide con il suo prossimo, così da quel lato della sua parte tu sei responsabile di lui e così ciascuno per l’altro. Perciò è opportuno per l’uomo di desiderare il bene del proprio prossimo e guardi il bene del suo prossimo come se fosse il suo, l’onore del suo prossimo come se fosse il suo. Perché quindi in sostanza il significato di ciò è “Ama il prossimo tuo come te stesso”, e il significato di questo verso è che è opportuno desiderare il bene del prossimo, e non dire nulla contro di lui, né desiderare per lui una via che non voglia il Santo Benedetto Egli Sia. Con il nostro biasimo. E ciò significa la vicinanza e non l’angoscia, questo è il senso della presenza. E anch'egli non desideri il biasimo del suo compagno e l’angoscia e la stupidità, ma lo accompagni come è degno, in tale angoscia come in tale buon evento.
5. Abbeveratoio 5
ולא חזיק לעד אפו
E non mantiene la Sua ira
Quest’altra dimensione vuole significare, che
persino se l’uomo persiste nel peccato, il Santo Benedetto Egli Sia non
persiste nell’ira, e se persiste, non è per sempre, ma annulla la sua ira
persino se l’uomo non si pente, come troviamo nella storia di Yerova’am Ben Yoash (1 Re 14,23-28). Nella quale, aumentò il Santo Benedetto Egli Sia il confine d’Israele; e questi erano
adoratori degli idoli, ma Egli ebbe misericordia e non li annientò. Ma se è
così, perché ne ebbe misericordia? Per la misura: “Non mantiene la Sua ira”, per cui indebolì molto la sua ira, e
questo significa che finché il peccato del peccatore è in atto, Egli non lo
punisce, ma lo tiene in osservazione, e ne ha misericordia, poiché forse
potrebbe pentirsi. Perciò non lo contende per l’eternità (v. Is. 57,16) e “non serba
l’ira in eterno” (Ger. 3,12) ma il Santo Benedetto Egli Sia usa la
benedizione e cerca tutto per il bene di Israele. Questa è la dimensione degna
anche di ogni uomo verso il suo prossimo,
persino se sia prepotente e insista nel dare sofferenze al proprio compagno o
ai suoi figli, ed essi ne siano tormentati. Non per questo rafforza o ci
stermina o moltiplica la sua ira, persino perché la sua ira sola ci annienta,
non rafforza la sua collera anche se c’è un ulteriore motivo per l’uomo, come
spiegano i Maestri sul verso “Se vedessi
l’asino del tuo nemico accasciato sotto il peso del carico” (Ex. 23,5). E
la spiegazione di cosa sia questo nemico, che tu vedi ha fatto una
trasgressione, egli è solo e non può testimoniare e detestandolo sul fatto
del peccato, persino la Torah dice “vorresti astenerti dall’aiutarlo”. Supera quel che c’è nel tuo
cuore, di evitare di avvicinarlo con amore; forse ritornerà sulla giusta via,
perciò la sostanza di tale dimensione è di non mantenere per sempre il rancore.
6. Abbeveratoio 6
כי חפץ חסד הוא
Perché la Sua volontà è amore
Dice la tradizione, che ci sono
nei Palazzi Celesti degli Angeli, preposti a raccogliere le azioni gentili
degli uomini in questo mondo e quando la Misura della dura giustizia accusa
Israele, subito questi Angeli fanno vedere questa HESED e il Santo Benedetto
Egli Sia ha misericordia per Israele, perché Egli desidera l’amore, e quando
essi praticano l’amore ciascuno di loro verso l’altro, com’è detto nel tempo
della distruzione del Tempio: “di
prendere il fuoco in mezzo alle ruote che sono fra i Cherubini” (Ez.
10,4). La spiegazione è che l’Angelo Gabriele prende i carboni ardenti per
l’inviato di Israele. Cioè, il significato profondo è che Gabriele è il Principe
del Giudizio e della GHEVURAH, e a lui è dato il dominio di prendere le forze
del Giudizio “fra le ruote sotto i
Cherubini” dal fuoco dell’Altare, cioè il DIN di GHEVURAH e
MALCHUT; e sarebbe il Giudizio indurito finché Gabriele domanda alle forze del
tutto di sterminare qualcuno in Israele, perché è in obbligo di essere
sterminato. Ed è scritto: “sotto le
ali avevano mani d’uomo” (Ez. 1,8). E il Santo Benedetto Egli
dice: “Gabriele questo e quello
hanno fatto, atti di HESED l’uno con l’altro, e poiché hanno operato amore
reciproco anche se sono colpevoli sopravvivano. Ed abbiano un resto”. Il
significato è che di fronte a questa Misura: “Perché la Sua volontà è amore”, Egli vuole che Israele operi amore
reciproco, e questo ricorda loro di se, essi siano, che essi non
sono validi diversamente. Se è così, secondo questa Misura, è opportuno
che l’Uomo nel comportarsi, anche se vede che l’uomo gli ha fatto del male,
oppure se si adira, se c’è un lato buono che migliori gli altri, oppure una
Misura di bene che usi secondo le Mizvot; sarà sufficiente per lui, per
annullare la sua ira, da lui; e vorrà che il suo cuore sia con lui e desidererà
l’amore, dirà “sia per me buono ciò
che lo è per lui” e tutto ciò vale per sua moglie, come hanno spiegato
i nostri Maestri. Di essere di crescita e di aiuto per noi. Così si dirà in
ogni ragionamento: che per me è bene ciò che tale persona ha fatto con me
o con tal altro. Oppure che la misura di bontà di tale persona è che abbia
e avrà desiderio d’amore.
7. Abbeveratoio 7
ישוב ירחמנו
C’è una porta in alto, e se si pente può accoglierlo, ed è difficile passare in essa; corrono in essa coloro che si pentono con una TESHUVAH completa, in quanto è aperta come siepe per i Giusti, poiché i Giusti non peccano, e non è che li interrompe il peccato. Certo, il peccatore che si penta, si apre a lui un poco, quanto è necessario, come le siepi difficili, poiché tale siepe ha avuto una breccia una volta, se la si avvinerà con la bellezza del proprio istinto. Ma è necessario allontanarsi, di un allontanamento grande, e per questo non si entra dall’apertura del corridoio in cui vi è una breccia, ma innalzandosi ed entrando da sé, secondo una porta di sofferenza. Se capitano molte sventure e si possa sigillare le brecce, e da questo piccolo spazio i BAALE’ TESHUVAH si alzano, non potendo entrare dalla via della porta dei Giusti, poiché essi sono insieme ai giusti, ma hanno sofferto e sono saliti secondo una via di una porta superiore, giacché sono stati tormentati e distinti dal peccato più dei Giusti. Per questo sono saliti; e sono saliti al quinto Tempio celeste che è nel Giardino dell’Eden, cioè, il tetto del Monte del Tempio, entrando nel vestibolo. Perciò quando l’uomo fa TESHUVAH, cioè ritorna HaShem Nostro D-o al suo posto, fa ritornare il Santo Benedetto Egli Sia, la Sua Shekhinah su di lui, cioè ritorna ad amarci e aggiunge misericordia per Israele, che ripari ancora di più e si avvicini ancora di più. Così l’uomo è opportuno che si comporti col suo prossimo, non sia vendicativo e ostile più di prima, ma moltiplichi più di prima per il proprio compagno “amore per lui”. Per questo gradino della misericordia e dell’Amore, è bene che il proprio prossimo ricerchi il suo amore, quando vedrà, che il suo prossimo cerca il suo amore, avrà il gradino della Misericordia e dell’amore, sempre di più, si dirà “perciò egli è come BAALE’ TESHUVAH” e i Giusti completi stanno a confronto,e avvicinano il suo scopo più di quanto egli non l’avvicini, in quanto essi sono Giusti completi che non hanno peccato. Questo è quello che scrissi.
Quindi il Santo Benedetto Egli Sia usa con Israele questa Misura, che è il segreto dell’annullamento e il ragionamento è che la Mizvah fiorisce e spunta senza fine ed entra di fronte al Santo Benedetto Egli Sia, certo, i peccati non entreranno lì ma saranno annullati come è scritto: ”E il male non dimora presso di Te” (Sl. 5,5), perciò nessun peccato entrerà all'interno, per questo il premio della Mizvah, richiede l’altro mondo, poiché a esse e allora, gli sarà dato ciò che è di fronte a Lui, è un premio completamente Spirituale, perciò tutto il mondo non basta ad una sola Mizvah, che prenda lo Spirito che è davanti a Lui. E un poco di questo capita a chi è sollecito nelle Mizvot.
Il Santo Benedetto Egli Sia non ha detto: fai quaranta Mizvot e trenta trasgressioni, rimangono dieci Mizvot, il Cielo ne guardi!
Ma il Santo Benedetto Egli Sia recupera il credito delle trasgressioni, e rende buono il premio delle Mizvot, quindi annullerà i peccati in modo che non si rafforzino di fronte a lui, come annulla le Mizvot in modo che non si innalzino e non entrino; essendo Lui che conduce l’Uomo sui sentieri del bene e del male, con tutto quel che è bene non annullerà, ma farà fiorire e salire ancora di più, e raccoglierà ciascuna Mizvah e ne costruirà un palazzo, un vestito e i peccati non saranno un capitale per lui, ma li annullerà in modo che non abbiano successo.
Perciò per tale dimensione, è necessario che l’uomo non annulli il bene del suo compagno e ricordi il suo prossimo nella sua fatica. Moltiplichi l’annullamento del male e sia il bene sempre nell'ordine dovuto di fronte a lui, in tutte le cose che farà, e non combattano nel suo cuore. Dirà: se avrò fatto del bene ma avrò fatto del male, sarà cancellato il bene.
Non si faccia così per il male, che ne abbia piacere e che trascuri il bene dai propri occhi, i suoi occhi s’accecheranno e sarà nascosto il male per quanto possibile in ogni via possibile, secondo il sentiero per cui il Santo Benedetto Egli Sia annullerà i loro peccati.
In tutti i casi, il Santo Benedetto Egli Sia non li consegnò nelle loro mani dicendo: “pentitevi con la TESHUVAH, e non vi sarà più il male”.
Per questo fu distrutto Haman, e così il Faraone e Sennacherib, fu sufficiente, ricadde l’intento di Haman sulla sua testa, e ciò significa che Egli usa così, nel segreto del verso “il capro porterà su di sé in una terra desolata tutte le iniquità dei figli d’Israele” (Lev. 16,22) e ciò si spiega perché il capro espiatorio espia in sé i peccati, e ciò è molto complesso, poiché Israele pecca e il capro porta su di sé i loro peccati, su di sé e su tutti i popoli, ma questa è la Misura.
Un uomo confessa il peccato e l’intenzione nella sua confessione è di accettare su di sé la purificazione, come disse il Re David: “lavami completamente dal mio peccato e purificami dal mio trascorso” (Sl. 51,4). E così dice: nella tua misericordia hai cancellato i più gravi peccati, non prego se non perché vi siano sofferenze leggere, che non cancellino la Torah e questo è detto, ma non vengano attraverso dure sofferenze, così Egli esprime la sua volontà e dice: tu sei Giusto nonostante tutto ciò che verrà su di me, perché egli accetta le sofferenze con volto lieto, per espiare, perché vi sono peccati che solo le sofferenze o la morte espiano, e così è in stanza.
Il Santo Benedetto Egli Sia decreta che subito avvenga attraverso la preghiera, come è spiegato nello Zohar che la parte di Samael è come l’occhio del capro espiatorio, e cos’è questa parte, su cui il Santo Benedetto Egli Sia, decide le sofferenze. Subito capita lì Samael, che va a fare il suo compito, cioè espia “il capro i peccati del popolo”. Poiché, il Santo Benedetto Egli Sia gli dà il permesso di compiere il suo obbligo, Israele si purifica e tutto rotola su Samael. Il senso è, che il Santo Benedetto Egli Sia, ha decretato sul suo mondo, per chiunque abbia fatto, il decreto che fosse distrutto; e ciò significa che la Bestia venisse uccisa, e questo significa che si avvicinasse una pietra su di lui e fosse ucciso, vuol intendere, che si compisse il suo decreto di distruggerlo e seppellirlo. Questo è in sostanza il segreto dell’immagine. Fu consegnato Israele nelle mani di Nabuccodonosor, capo del male. A Nabuccodonosor furono consegnati in mano: la Persia, morì il regno di Persia; furono consegnati in mano i romani, morì il loro impero, e cosa fu la fine di tutto?
Alla fine il Santo Benedetto Egli Sia, Egli stesso li mette in piedi e fa un decreto su di loro.
Metà li distruggerò, metà saranno distrutti ma essi non saranno distrutti.
Ancora come (….)
Ecco all’inizio è scritto e la causa del simbolo sui suoi piedi, non c’è più di ogni simbolo, ma solo i suoi piedi, che quindi era stata distrutta la loro forza e spezzata la testa (,,,) e nonostante ciò, alla fine si raffinarono in un unico fatto, che in futuro il Santo Benedetto Egli Sia, metterà in piedi Samael e i malvagi, che avranno fatto delle opere e farà su di loro un decreto.
E quindi getterà nelle profondità del mare tutti i loro peccati.
Vorrà lanciare la forza del decreto e farà compiere attraverso ciò.
Le profondità del mare e i malvagi come il mare avranno paura; e questo calpestare e cancellare sono i decreti contro Israele.
Certo tornerà al suo inizio e ciò significa, che dopo che Israele avrà accettato il Giudizio, il Santo Benedetto Egli Sia, li darà com’erano prima e domanderà riparazione.
Anche in questa misura è necessario che Israele si comporti in modo che il male sia represso attraverso le sofferenze verso coloro che lo odiano. Poiché, dopo che verranno accettati ciascuno come il proprio fratello, si avvicinino i ribelli, e si abbia misericordia su di loro. Egli li salverà dalla mano del nemico, e non dirà che il loro peccato causerà ciò, ma solo che li amerà con tale misura.
TRADUZIONE:
Luciano Tagliacozzo04 Tishrì 5782(10 Settembre 2021)
TRADUZIONE A CURA DI LUCIANO TAGLIACOZZO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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