domenica 12 marzo 2023

TRA STORIA DELL'ARTE ED EPISODI DI ANTIGIUDAISMO: il Tabernacolo degli Ebrei ad Empoli (FI) un lavoro tardo di Andrea della Robbia riscoperto

 

Il Tabernacolo degli Ebrei di Andrea della Robbia, oggi conservato ad Empoli 
nel Museo della Collegiata 
immagine da https://www.empolimusei.it/artwork/madonna-col-bambino-6/

DESCRIZIONE: 

Gruppo scultoreo, inserito in una edicola incorniciata da lesene con panoplie all’antica, era collocato all’esterno del Palazzo Pretorio empolese ed è collegato a un episodio di particolare rilevanza nella storia della città e degli ebrei che vi vivevano in loco. Il gruppo scultoreo comprende Maria a figura intera, che sostiene il figlio, oggi acefalo, lo stesso stringe in mano un uccellino. Nella parte alta, nella centina, vi è la colomba, nella tradizione Cristiana lo Spirito Santo, mentre nella parte inferiore sotto un’iscrizione, lo stemma di Otto di Balia, è un lavoro tardo ed è l’ultimo documentato di Andrea della Robbia, che rappresenta tutti gli elementi identitari di un’opera commissionata secondo un fatto narrato dalle cronache locali. L’opera è datata 1518 ed è realizzata in terracotta invetriata policroma di dimensioni 240 x 125 cm fu realizzata per essere murata sul muro di Palazzo Pretorio secondo quanto fu stabilito. Oggi l'opera si conserva nel Museo della Collegiata ad Empoli, uno dei più antichi musei ecclesiastici italiani fondato nel 1859, è nell'antico Palazzo della Propositura attiguo alla Collegiata di sant'Andrea e conserva diversi capolavori di particolare pregio storico artistico, provenienti da diverse chiese del piviere empolese. Il percorso museale si conclude con un repertorio di terrecotte invetriate delle botteghe dei Dei Robbis e del Buglioni. 

NARRAZIONE DELLE CRONACHE LOCALI CHE DETERMINARONO LA REALIZZAZIONE DELL’OPERA:

Successe che  nel giorno del Corpus Domini del 1518, durante la processione, Zaccaria d’Isacco  fu accusato di aver gettato deliberatamente immondizia sul tabernacolo del Santissimo. Il rischio di disordini, istigato anche dal clima di antigiudaico frequente a quell’epoca da Nord a Sud e che nello specifico circondava la comunità ebraica del luogo, indusse il podestà Domenico Parigi a informare gli Otto di Balìa, la magistratura fiorentina che svolgeva compiti di controllo e vigilanza. Quindi,  fu stabilito di allontanare l’ ebreo, presunto colpevole da Empoli, imponendogli un pagamento di dieci fiorini in oro, destinati all’edificazione di un tabernacolo, che raffigurasse un’iconografia di cultura Cristina e nello specifico la Vergine.

ISCRIZIONE:

Particolare dell'opera il Tabernacolo degli Ebrei di Andrea della Robbia
immagine da https://www.empolimusei.it/artwork/madonna-col-bambino-6/

Testo:

DEL PREZZO / DELGLEBREI / PERLORO / ERORE / FERNO / ALAUDE / DI / DIO FARE QESTA GLIOTTO SEDÊTE NEL 18 DOMENICO PARIGI QUI / PRETORE PALAZZO PRETORIO DI EMPOLI


Malgrado la realizzazione grossolana, l'opera è un documento significativo, che testimonia l'antigiudaismo nell'Italia del Rinascimento; a lungo considerata produzione di un'anonima bottega fiorentina, oggi sappiamo, grazie a un documento storico d'archivio, che il Tabernacolo degli Ebrei è dell'artista Andrea della Robbia, considerata come sua ultima scultura documentata, con aspetti ricorrenti della sua produzione più tarda, dove sono visibili i tratti pesanti e i volti quasi inespressi dei personaggi raffigurati, elementi riscontrati anche nell'opera "la Madonna col Bambino" nella facciata del Duomo di Pistoia. 
Queste caratteristiche descritte, sono attribuibili al maggior ricorso dell'artista agli aiutanti, divenuto oramai anziano. Il documento d'archivio, indispensabile per l'attribuzione dell'opera, è un contratto, lo stesso rivela che il 3 luglio del 1518 Domenico Parigi, il cui incarico semestrale come Podestà di Firenze era scaduto alla fine di giugno, commissionò ad Andrea della Robbia "un tabernacolo di terracotta con rilievi, intagli e invetriature".  
Il contratto stabiliva che il lavoro dovesse essere più somigliante possibile nella forma al tabernacolo di Empoli, realizzato dal figlio dell'artista, Giovanni. 
Il contratto, poi, specificava anche il prezzo, le modalità di pagamento, quelle di trasporto e d'istallazione, a cura dell'artista stesso, la data di consegna con indicazioni specifiche sul luogo d'installazione e data ultima nella quale dovesse avvenire, precisamente a settembre dello stesso anno. 

Empoli nel Rinascimento possedeva una comunità ebraica numerosa e fiorente, dedita alla professione di banchiere. 
I prestatori di denaro ebrei e i prestiti da loro offerti, erano così favorevoli e importanti per la vita economica delle comunità, che quando nel 1406 la signoria fiorentina mise al bando le loro attività, tutti i cittadini di Empoli e i vicini comuni protestarono così vigorosamente, che la legge dovette essere revocata; casi analoghi si manifestarono anche nel Meridione e nello specifico in Sicilia e in Calabria in altre occasioni ed anni con i poteri locali, ma questo lo racconterò in altre storie. 
Mentre al Meridione gli ebrei furono cacciati con l'Editto dell'Alhambra del 1492 e successivi decreti  tradotti anche in lingua locale e applicati, in Toscana nel risveglio del fiorire religioso savonaroliano, furono espulsi nel 1495, ma subito dopo il 1512 i Medici, nuovamente tornati al potere a Firenze, li invitarono a tornare e a riaprire le loro vecchie banche con attività- 
Nonostante tutto questo nuovo atteggiamento favorevole verso le attività economiche essenziali degli ebrei, non si placarono malumori, pertanto vi furono comunque pubbliche manifestazioni di antigiudaismo, comprese le solite dubbie accuse di sacrilegio e blasfemia. 
In questo contesto descritto nacque la commessa ad Andrea della Robbia del Tabernacolo degli Ebrei. 
Infatti, secondo la storia nel 1518 un banchiere ebreo di nome Zaccaria d'Isacco, fu accusato di aver vuotato il contenuto di un vaso da notte fuori dalla finestra durante la processione cristiana del Corpus Domini di quell'anno, andando a cadere sopra il baldacchino del tabernacolo del Sacramento, proprio mentre stava passando sotto casa sua. l'atto maldestro gli costò caro! 
Nacque un'accusa molto grave, che richiedeva l'intervento immediato delle autorità! 
Zaccaria d'Isacco se trovato colpevole rischiava molto, infatti, già nel 1501 un gentile Antonio Giuseppe Rinaldeschi, fu condannato a morte a Firenze per aver gettato escrementi su un'immagine della Madonna, ma cosa molto più inquietanti era che in casi come questi, poteva farsi legge da sè il popolo in modo cruento e molto tragico non solo per il singolo ma anche per tutti quelli a lui legati. Allora, il Podestà di Empoli, Domenico Parigi, inviò agli Otto e Balia di Firenze, la magistratura locale che attendeva agli affari criminali e di polizia, una richiesta urgente d'istruzioni; questi, risposero inviando in loco un ufficiale con l'ordine di reprimere l'indignazione popolare dei cristiani e di reprimere anche un possibile contraccolpo. Anche i capi della Comunità Ebraica locale si attivarono nell'immediato per evitare il peggio, ottennero così. dagli Otto, un decreto che prevedeva severe punizioni per chiunque molestasse gli ebrei e le loro proprietà; nel mentre Zaccaria d'Isacco fu mandato a Firenze per essere processato. 
Il 16 giugno del 1518 la magistratura degli Otto emise la sentenza, emerse che Zaccaria d'Isacco non avesse avuto l'intenzione sacrilega di svuotare il suo vaso da notte sul Tabernacolo, tuttavia aveva però commesso un errore nel giorno della processione, che andava punito, così decisero che il banchiere fu condannato a pagare una multa di dieci fiorini. 
Tali fondi richiesti dagli Otto a Zaccaria d'Isacco furono destinati all'edificazione di un tabernacolo, quello realizzato da Andrea della Robbia nello stesso anno; una punizione questa,  con tassazione minima, considerando alcune  esorbitanti imposte agli ebrei in Toscana in quel periodo. 
La scultura in ceramica invetriata doveva essere esposta all'aperto, segnando così, la fine di malumori in un clima di antigiudaismo, scaturiti dal vaso da notte dello sfortunato banchiere ebreo, poco attento a chi stesse passando in quel determinato momento nei pressi della propria abitazione. 
Al Podestà di Empoli fu affidata la responsabilità di commissionare l'opera e di installarla in posizione ben visibile da tutti. Inoltre, come specificato nel mandato degli Otto, questo Tabernacolo doveva raffigurare la Vergine 'et altri Sancti, accompagnata dallo stemma della magistratura e da un testo esplicativo per una lettura immediata pregna di significati ed efficace per una lettura da parte di tutto il popolo anche quello analfabeta che andava a suo modo indottrinato e controllato.

L'opera consegnata da Andrea della Robbia fu fedele a quanto emesso nel mandato, tranne che per l'assenza di altri santi, poichè sarebbero serviti altri fondi. 

FONTI:


Domenico Parigi Commissione il Tabernacolo degli Ebrei di Empoli a Andrea della Robbia 3 luglio 1518. Firenze Archivio di Stato, Notarile Antecosimiano, 15852 (Zanobi Pace, 1472-1525) inserto 1, lol 190. 

Claudio Rosati, Musei in Toscana, dentro e fuori la cornice, Conferenze e incontri della Domenica, Amici dei Musei e dei Monumenti Fiorentini 12 - marzo. 2023.

_______________________
BLOGPOST © TRIOLO
 


Vincenza Triolo 
Esperta in Storia e Conservazione di B. C.
Studiosa e ricercatrice
Conservatore dei Beni Arch. ed Ambientali
Tecnico del Rest. ed Architetto


Copyright _ ©: Jewsh Calabria - Cultura e Retaggio Ebraico

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo blog, che siano immagini o testi di articoli, studio, ricerca e pubblicazioni, può essere riprodotta, utilizzata o trasmessa in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo tecnologico senza previa autorizzazione secondo le normative vigenti e quindi dagli autori.

UN USO IMPROPRIO DEI DATI RIPORTATI IN QUESTO BLOG E' PERSEGUIBILE DALLA LEGGE 22 APRILE 1941, N. 633 (PROTEZIONE DEL DIRITTO D’AUTORE E DI ALTRI DIRITTI CONNESSI AL SUO ESERCIZIO) E SUCCESSIVE MODIFICHE E INTEGRAZIONI.

Jewish Calabria – Cultura e Retaggio Ebraico è ben lieta di accogliere eventuali commenti e/o contributi che potrete inviare al seguente indirizzo di posta elettronica:

jewishcalabria@gmail.com

Lo stesso indirizzo e – mail può essere utilizzato per contattare il Team Jewish Calabria – Cultura e Retaggio Ebraico.