giovedì 6 dicembre 2018

HETTY HILLESUM E RITA ROSANI - Libertà d’espressione e festa delle luci 2018 - Circoscrizione Calabria - Comunità Ebraica di Napoli e del Meridione

"HETTY HILLESUM: UNA SCINTILLA NEL BUIO” 

Avv. Anna Golotta Presidente Associazione Virginia Holp Monis
  © - COPYRIGHT FOTO AGENZIA COMUNICAZIONE 
LUIGI SALSINI



Gli spunti di riflessione che questo tema offre sono notevolissimi ed essere sintetici non è affatto semplice. Ad ogni modo, la mia riflessione muoverà dall’articolo 21 della Costituzione Italiana. L’articolo 21 sancisce uno dei principi cardine della nostra architettura costituzionale, statuendo che tutti hanno il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero. primo acchito, soprattutto al giorno d’oggi, questo diritto sembrerebbe essere cosa scontata, specie per i più giovani che, fruendo dei social network si trovano costantemente ad esprimere il loro pensiero di fronte a milioni di individui. In realtà, l’articolo 21 è tra le norme della Costituzione forse quella più sofferta, quella che più di tutte partecipa delle sofferenze di tutti i dissidenti del regime fascista (di ogni colore politico), di tutti i perseguitati politici, di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno strenuamente combattuto per riconsegnare agli italiani uno Stato libero e democratico postergando ai valori di libertà, uguaglianza e democrazia la loro stessa vita. A tale proposito, il mio pensiero va a due donne, due luci immortali di libertà. La prima è una giovane intellettuale olandese, Hetty Hillesum, la seconda una giovanissima maestra italiana, Rita Rosani. Queste donne straordinarie, entrambe ebree, vivono in prima persona l’esperienza delle leggi razziali, della persecuzione e (solo la prima) della deportazione. Sono due donne accomunate da un destino infelice cui loro stesse decideranno volontariamente di consegnarsi, la prima per condividere appieno la sorte del suo popolo, internandosi volontariamente nel campo di concentramento di Westerbork, e la seconda cadendo in battaglia durante un accerchiamento di alcuni uomini della Guardia Nazionale Repubblicana. Entrambe queste donne ci lasciano un messaggio di libertà importantissimo.

Hetty Hillesum, nei suoi scritti Diario e Lettere (pubblicati solo nel 1982) ci lascia una importantissima eredità . Un’eredità costituita da un messaggio di amore e di perdono rivolto a Tutti. Hetty impara l’amore (che alcuni definiranno “altruismo radicale”) lì dove l’Uomo muore con tutta la sua dignità. Dove l’Essere è negato, dove ai nomi sono sostituiti numeri, dove il male sembra avere trovato la sua più pratica ed efficiente applicazione. Ebbene, proprio lì, Hetty restituisce a tutti gli internati che incontra una dignità. Di ogni storia che incontrerà ne darà testimonianza affinchè uomini popolino un’ Europa finalmente libera e democratica; quell’Europa dei Popoli sognata a Ventotene, conoscano per non ripetere e soprattutto imparino a costruire una società fondata sull’amore e sul perdono dove non c’è più spazio per l’odio. E quest’Europa, Hetty la sogna, la spera, la immagina sapendo perfettamente di non poterla vedere, sapendo perfettamente che ad attenderla ci sarà invece la morte. Ciononostante, non si arrende, scrive, si assicura che il suo messaggio non si perda, si continua ad emozionare vedendo sbocciare un germoglio d’erba dal fango. Fino alla fine, fino a quando non lascerà “il campo cantando” per andare a morire, Hetty dispenserà bellezza e speranza e lascerà a noi il compito di fare fiorire le sue parole.

Immagine di Copertina 
Diario 1941 - 1943 Etty Hillesum 
© photo V.T.
 

Rita Rosani è invece una maestra italiana Medaglia d’oro al valor militare che, vittima delle leggi razziali, dopo l’ 8 Settembre decide di essere parte attiva della Resistenza. Fonda la Banda Aquila della quale è l’unico membro donna. La sua base è una baita sul monte Comun. Rita è una donna forte, risoluta, coraggiosa. Fortemente “Ebrea”, non rinuncia a distribuire le azzime durante la festività di Pesach. Quelle azzime diventano più che mai emblema di libertà e baluardo d’identità. Durante l’accerchiamento da parte della Guardia Nazionale Repubblicana, i suoi compagni la invitano a mettersi in salvo e lei rispondendo loro: “Vuialtri g’avi voia de scherzare!” (voi avete voglia di scherzare!”), si getta invece in prima fila nella mischia. Sarà colpita a morte con un colpo alla testa.


Rita Rosai - video 

INTERVENTO:
Avv. Anna Golotta
Presidente Associazione Virginia Holper Monis
© Golotta & Jewish Calabria