Particolare della pubblicazione sul giornale che racconta una pagina nera della storia italiana |
Si riporta quanto segue per conoscenza
e per ricordare l’assurdità che vengono
divulgate nella costruzione dell’odio.
Il Manifesto della razza – 1938
Rivista “La difesa della razza”, direttore Telesio Interlandi, anno I, numero 1, 5 agosto 1938 già la copertina era studiata per il contenuto |
Da “La difesa della razza”,
direttore Telesio Interlandi, anno I, numero 1, 5 agosto 1938, p. 2.
Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26
luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane,
che hanno, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare, redatto o
aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista.
1. Le razze umane esistono. La esistenza delle razze umane
non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà
fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è
rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per
caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad
ereditarsi.
Dire che esistono le razze umane non vuol dire a
priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono
razze umane differenti.
2. Esistono grandi razze e piccole razze. Non bisogna
soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente
sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma
bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i
nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior
numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista
biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
3. Il concetto di razza è concetto puramente biologico.
Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di
nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche,
religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle
differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai
Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua
diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi
popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da
tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il
dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia,
infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
4. La popolazione dell'Italia attuale è nella
maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana. Questa popolazione a
civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto
della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte
essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e
costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
5. È una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini
in tempi storici. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia
altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale
della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la
composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia,
nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella
che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano
quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un
millennio.
6. Esiste ormai una pura "razza italiana".
Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza
con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima
parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da
millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande
titolo di nobiltà della Nazione italiana.
7. È tempo che gli Italiani si proclamino francamente
razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del
razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai
concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da
un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o
religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente
italiana e l'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in
Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e
gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un
modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi
caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze
extra-europee, questo vuol dire elevare l'Italiano ad un ideale di superiore
coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.
8. È necessario fare una netta distinzione fra i
Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani
dall'altra. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono
l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza
mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e
simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
9. Gli ebrei non appartengono alla razza italiana. Dei
semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra
Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia
nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il
processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei
rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché
essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto
dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
10. I caratteri fisici e psicologici puramente europei
degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo. L'unione è
ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve
parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un
ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per
moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato
dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà
diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
I firmatari:
Lino Businco, docente di patologia generale,
'Università di Roma
Lidio Cipriani, docente di antropologia, Università di
Firenze
Arturo Donaggio, docente di neuropsichiatria,
Università di Bologna, nonché presidente della Società Italiana di Psichiatria
Leone Franzi, docente di pediatria, Università di
Milano
Guido Landra, docente di antropologia, Università di
Roma
Nicola Pende, docente di endocrinologia, Università di
Roma, nonchè direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Medica
Marcello Ricci, docente di zoologia, Università di
Roma
Franco Savorgnan, docente di demografia, Università di
Roma, nonché presidente dell'Istituto Centrale di Statistica
Sabato Visco, docente di fisiologia, Università di
Roma, nonché direttore dell'Istituto Nazionale di Biologia presso il Consiglio
Nazionale delle Ricerche
Edoardo Zavattari, direttore dell'Istituto di Zoologia
dell'Università di Roma.
https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/razzismo/Cortelazzo.html
https://www.anpi.it/storia/114/il-manifesto-della-razza-1938
Franco Cuomo, I dieci. Chi
erano gli scienziati italiani che firmarono il «Manifesto della Razza»,
Milano, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2005
Valentina Pisanty, «La
difesa della razza». Antologia 1938-1943, Milano, Bompiani, 2006
Antonino Tripodi, Italia
fascista in piedi, Roma, Settimo Sigillo, 2006
Francesco Cassata, La difesa
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Michele Loré, Antisemitismo
e razzismo ne «La difesa della razza» (1938-1943), Catanzaro, Rubbettino,
Soveria Mannelli, 2008,
Simon Levis Sullam, I
carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945, Milano, LaFeltrinelli,
2015