martedì 12 aprile 2022

PÈSACH

 פסח - Pèsach - Pasqua - "Passaggio"

Allora noi gridammo al Signore D-o dei nostri padri. 
Il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra sofferenza, 
la nostra fatica e la nostra afflizione.
(Deuteronomio 26,7)


La festività di Pèsach è una delle Feste Maggiori ed è una delle più importanti tra quelle ebraiche. Si celebra dal 15 al 22 del mese di Nisan (Marzo - Aprile), dura otto gironi nei Paesi della diaspora mentre in Israele dura sette giorni. 
Come anche riportato nel titolo il termine פסח in ebraico Pèsach o Pasqua in italiano significa   "Passaggio o Salto", con chiaro riferimento all'angelo di D.o che passò oltre le case degli israeliti segnate dal sangue dell'agnello sacrificale, risparmiando i loro primogeniti dalla morte che colpì, invece tutti i figli maggiori degli egiziani. 
(Esodo 12,21 - 29)

Altro avvenimento che commemora questa festa è soprattutto il "Passaggio"  dalla schiavitù in Egitto alla libertà del popolo di D.0. 

Per tutta la durate della Festa di Pèsach è vietato mangiare o addirittura possedere cibo lievitato (Chametz *). Già nei giorni precedenti si pulisce tulla la casa ed è usanza organizzare una ricerca assidua di ogni eventuale briciola di pane o di qualsiasi cibo lievitato che deve essere bruciato. 
La casa è pulita da cima a fondo, le tasche degli abiti rigirate, i tappeti scossi. 
Nella tradizione è consuetudine fare la ricerca alla luce di una candela o di un lume, in modo da controllare ogni fessura, ed usare una piuma per rimuovere il Chametz individuato. 
Questo atto ha una simbologia molto profonda, infatti, il lievito rappresenta l'egoismo che oscura la luce divina, la ricerca del chametz non è altro che un atto che conduce alla pulizia interiore. 
Quindi, la casa stessa si rinnova. scompaiono le stoviglie che si sono utilizzate durante il resto dell'anno e si escono fuori quelle speciali di Pèsach, da credenze predisposte appositamente per accoglierle nel riporle nei restanti giorni dell'anno. 
Tutto deve essere pulito, lavato e purificato. 
La tavola per Pèsach viene apparecchiata con una bella e candida tovaglia bianca. 
La cena di Pèsach è chiamata "Seder", termine che significa "ordine". 
Il Seder di Pèsach si svolge con uno scrupoloso rituale secondo tradizione, suddiviso in varie fasi liturgiche che si recitano nel corso della serata e contenute nell'Haggadah,  racconto di Pasqua, un libro spesso riccamente illustrato che ha lo scopo di aiutare ogni famiglia di narrare le vicende della liberazione dall'Egitto del popolo ebraico, come è comandato nella Torah (Esodo 13,8): 

<<... Tu racconterai a tuo figlio, quel giorno, e gli dirai : è a causa di quel che D.o ha fatto per me che io sono uscito dall'Egitto...>>.

L'Haggadah è un libro con brani scelti del libro dell'Esodo, Salmi, brani di omelie rabbiniche, inni e canzoni cantati alla fine del pasto. Ogni commensale è chiamato ad essere e sentirsi coinvolto nelle vicende bibliche che vengono raccontate con tono colloquiale. Esistono innumerevoli edizioni di Haggadah, alcune prodotte a livello comunitario sono molto originali, grazie alla cura di dettagli. Questo libro poi è molto importante per rispondere in modo opportuno ai bimbi, che durante il rituale tradizionale formuleranno le domande sul significato della cerimonia. 

Al centro della tavola del Seder, protagonista sarà un particolare vassoio o cesto, che conterrà una serie di alimenti dal carattere simbolico, indispensabili per la celebrazione del rito: 

- tre pani piatti non lievitati, le azzime (Metzah), sovrapposti e coperti da un tovagliolo, ti tela riccamente ricamata. Le azzime rappresentano  il pane dell'afflizione egiziano (Deuteronomio 16,3) , cioè quello mangiato dai poveri e dagli schiavi , ma anche il pane  della liberazione (Esodo 12,39), in quest'ultimo caso quello degli ebrei usciti di tutta fretta dall'Egitto e verso la libertà che portarono con sé il pane senza poter farlo lievitare. 

- Una zampa d'agnello, arrostita, in ricordo del sacrificio pasquale che veniva immolato nel Santuario di Gerusalemme. 

- Erbe amare (di solito sedano e lattuga, ma in Calabria altre erbe spontanee erano raccolte e consumate), in ricordo dell'amarezza del soggiorno egiziano. 

- Un recipiente per l'aceto o l'acqua salata in cui intingere il carpas in ricordo dell'asprezza con cui furono trattati gli antichi israeliti in Egitto. 

- Un uovo sodo come cibo simbolo di lutto in ricordo della distruzione del Tempio di Gerusalemme. 

- Un recipiente per il charoset, una specie di confettura di colore scuro, ottenuta mischiando mele e noci grattugiate, vino ed altri ingredienti e che rappresenterebbe quella malta utilizzata dagli ebrei per fare mattoni per il faraone. 

TAVOLA ILLUSTRATIVA E RIASSUNTIVA


Il Seder di Pèsach ha inizio con la cerimonia del kiddhush (benedizione del vino). 
Dopo il lavaggio delle mani, si prendono le erbe amare e le si intingono nell'aceto o nell'acqua salata (carpas); quindi si spezzano le azzime (Matzah), distribuendole fra i convitati, mentre una piccola parte di esse viene nascosta sotto la tovaglia per l'afikomen, infine, si mangiano con il charoset le altre erbe amare. A questo punto si inizia a mangiare. 
Nel Seder molto importante è il vino rosso, la tradizione ne prescrive ben quattro bicchieri per ogni commensale. Il vino è simbolo delle quattro caratteristiche della liberazione dall'Egitto da parte di D.o, che vengono bevuti in momenti precisi del cerimoniale, partendo dal Kiddhush. Per rituale e tradizione poi un bicchiere di vino rosso è posto davanti al padrone di casa, ma non è bevuto da nessuno, infatti, rappresenta quello che è denominato il "bicchiere di Elia", in onore del profeta biblico ricordato ed è tradizione aprire l'uscio di casa simboleggiando l'invito a farlo entrare. 


Durante tutta la cena è tradizione appoggiarsi sulla parte sinistra perché questo era il modi in cui pranzavano gli uomini liberi, secondo racconto. 
L'ultima cosa mangiata è l'afikomen e il pezzetto di matzah nascosto, esso diviene oggetto di un tradizionale gioco tra il capofamiglia, che deve nasconderlo,  e i bambini che devono rintracciarlo, restituendolo dietro la promessa di un compenso.  Il gioco farà rimanere svegli i più piccoli fino alla conclusione della cena. 

La lunga celebrazione di Pèsach si conclude con la lettura dei Salmi, il canto con gli inni e il bere l'ultimo bicchiere di vino con l'ultima dichiarazione: 

<<... L'anno prossimo a Gerusalemme!>>. 


GIOCHI PER I PIU' PICCOLI 

Si condividono tavole didattico -  illustrative per i  più piccoli ed i ragazzi, lo scopo è quello di educare attraverso il gioco, oltre che far loro memorizzare, in particolare momenti dell'età formativa, elementi importanti di tradizione e cultura ebraica. 


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BLOGPOST © TRIOLO

 Vincenza Triolo 
Esperta in Storia e Conservazione di B. C.
Studiosa e ricercatrice
Conservatore dei Beni Arch. ed Ambientali
Tecnico del Rest. ed Architetto


FONTI: 

CLAUDIA AITA, Viaggio Illustrato nella Cucina Ebraica - Tradizioni, precetti religiosi, feste, letteratura, cibi segreti e ricette da tutto il mondo, Nardini Editore, FI 2018



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